Nel processo per l’omicidio di Malnate l’imputato Domenichini parla in aula: “Ho trovato Carmela in casa a terra, non rispondeva”
L’uomo dietro le sbarre ha affermato di aver incontrato una persone che scendeva le scale nella palazzina dove abitava la vittima, a Malnate, il 22 luglio 2022. A inizio udienza è stato analizzato il vaso ritenuto arma del delitto e l’agenda dell’imputato
Voce rotta dall’emozione: alle 10 Sergio Domenichini accusato dell’omicidio di Carmela Fabozzi avvenuto a Malnate nel luglio del 2022 ha rilasciato spontanee dichiarazioni in aula.
Domenichini ha ricostruito la giornata dell’omicidio e afferma di aver rubato i telefoni a casa della donna perché l’aveva chiamata e avendo precedenti penali non voleva che vi fosse un collegamento con lui. «Sono entrato in casa dopo aver bussato perché Carmela non rispondeva, c’era la radio accesa, sono entrato e le ho preso una mano: era in un lago di sangue”, ha detto in aula con voce rotta dall’emozione».
Il 67enne ha pure affermato, parlando da dietro le sbarre di aver incontrato e salutato un uomo mentre saliva le scale per arrivare alla casa di Carmela Fabozzi.
«Quella mattina, del 22 luglio 2022 ero partito assieme all’amico Antonio Crisafulli in auto per sbrigare alcune commissioni. «Volevo vendere bracciali e oro che avevo da anni dopo la morte di mia madre», ha raccontato, «e per questo sono passato da un compro oro di Malnate che mi ha fatto una valutazione troppo bassa, così ho pensato di rivolgermi ad un altro negozio di Varese», che p il cmpro oro di via Medaglie d’Oro ascoltato in aula nelle precedenti udienze.
Uno dei punti su cui gli investigatori si sono soffermati analizzando le registrazioni delle telecamere pubbliche che hanno ripreso i diversi passaggi della “CinquecentoX“ su cui viaggiavano i due uomini (Crisafulli già condannato in abbreviato per favoreggiamento personale), era il diverso colore della maglietta indossata da Domenichini: perché l’avrebbe cambiata nella tarda mattinata di quel venerdì di fine luglio? «Dopo aver venduto i gioielli di famiglia al compro oro sono andato in un bar di piazza Repubblica a bere un caffè e mi sono sporcato: così sono uscito e ho comprato al mercato alla bancarella una maglietta che ho poi indossato».
Un racconto che secondo il difensore Andre Boni farebbe acqua in diversi punti: la decisione di vendere l’oro proprio quel giorno, il fatto della sottrazione dei cellulari e soprattutto di non aver chiamato il 112 per segnalare di aver trovato, come sostiene, la pensionata in casa a terra. senza vita, uccisa in modo violento. E poi un particolare notato in aula: venerdì 22 luglio non c’era il mercato in piazza Repubblica, dove l’imputato ha affermato di aver comprato la maglietta.
A inizio udienza è stato analizzato il vaso ritenuto arma del delitto, e l’agenda dell’imputato.
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