Per le coltellate all’insegnante dell’Enaip di Varese l’accusa è di tentato omicidio
Il ragazzo, 17enne, all’esito delle prime indagini svolte anche mediante l’escussione di alcuni testimoni dei fatti è stato condotto al Beccaria di Milano

Indaga la Squadra Mobile. E indaga per tentato omicidio: il fatto avvenuto lunedì mattina all’Enaip di Varese al momento dell’ingresso non si ferma all’ipotesi delittuosa più blanda delle lesioni gravi o gravissime ma a quella ben più importante. Sul movente, dicono dalla Questura, sono ancora in corso accertamenti, ma di certo la qualificazione giuridica di quanto accaduto, dai primi rilievi, dalle prime testimonianze raccolte, farebbe propendere per un gesto che oltre alla volontarietà dell’azione avrebbe avuto come obiettivo quello di uccidere.
Contestazioni dunque, di fronte ad accuse che meritano la delicatezza del caso poiché imputate ad un soggetto a prescindere fragile, un minore.
Ma accuse pesanti.
Non uno, ma tre i fendenti dati alla coordinatrice della scuola professionale che si occupava di gestire l’area più problematica dell’istituto, quella che ha ache fare con studenti che hanno condizioni di disagio psico-fisico e che seguono programmi ad hoc per il futuro inserimento lavorativo.
E questa mattina, lunedì, il ragazzo di 17 anni, italiano, era di rientro da uno stage formativo. Di nuovo sui banchi per una settimana cominciata però con le sirene della polizia, un coltello a terra e una donna soccorsa e trasportata in codice giallo al pronto soccorso del Circolo dove nella tarda mattinata verrà operata: è fuori pericolo, ma ha subito un intervento chirurgico per ridurre le ferite penetranti legate ai fendenti, tre, portati dietro la schiena, sul dorso, in area polmonare.
Resta da comprendere il movente del gesto, forse da analizzare in un contesto familiare, in un vissuto di un ragazzo con qualche problema, sfociato in un atto di grave violenza ai danni di una professoressa che lo conosceva bene, come hanno confermato le colleghe fuori dalla scuola, dopo le 13, sconvolte per l’accaduto.
Il ragazzo, come si diceva 17enne, «all’esito delle prime indagini svolte anche mediante l’escussione di alcuni testimoni dei fatti, è stato tratto in arresto per tentato omicidio, e condotto presso un istituto penale per minorenni», spiegano dalla Questura di Varese da dove confermano che «sul movente sono in corso approfondimenti da parte degli investigatori».
Sul posto sono rimaste a lungo le telecamere dei tg, i giornalisti che hanno abbozzato inutili domande agli studenti che in più di un’occasione, comprensibilmente, hanno risposto piccati e in maniera decisa: «Non parliamo coi giornalisti».
Rimane il vuoto causato dal gesto che ha mandato all’ospedale un’insegnante conosciuta, esperta, una delle colonne portanti dell’istituto, e alla quale tutti, dagli studenti ai colleghi prof, rivolgono l’augurio per una pronta guarigione.
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