A cento anni dalla morte Varese ricorda Giacomo Matteotti, per “difendere la democrazia”
Il deputato socialista fu ucciso dai fascisti nel giugno del 1924. Tante le iniziative di studio e memoria previste dal comitato apposito, tra cui il convegno del 9 marzo. Con uno sguardo anche sull'imporsi del regime nel Varesotto
Convegni, incontri, ma anche iniziative popolari e di aggregazione, compreso un “galà lirico”. Sopno tante le proposte portate avanti dal “Comitato provinciale Varese per la celebrazione del centenario della morte di Giacomo Matteotti“, per fare memoria sul sacrificio del più noto e irriducibile dei nemici del fascismo ai suoi albori.
Memoria e anche lezione per oggi “Difendere la Democrazia” è il titolo dell’incontro di sabato 9 marzo che a Varese inaugura la serie di tante iniziative da qui alla fine dell’anno, in parte già in programma.
«Il comitato – spiega il professor Giuseppe Nigro – è nato nel giugno dell’anno scorso, su proposta di Claudio Mezzanzanica, mia e di altre personalità: Fabio Minazzi, i vertici della coop Progresso Sociale, esponenti dell’Anpi, Cgil e Cisl, Samuele Astuti e Alessandro Alfieri. Realtà e personalità che coprono un panorama vasto dell’area della sinistra democratica».
Il comitato si muove su un «doppio livello»: da un lato il piano della riflessione storica e politica , dall’altro le iniziative più di partecipazione popolare.
Alla fine di febbraio ci sono state le prime iniziative a Saronno, compresa una cena popolare. Poi mercoledì scorso il passaggio all’istituto Einaudi, «proposta dalla scuola con gli studenti, con drammatizzazione di letture sceniche di lettere tra Matteotti e la moglie, alla presenza di Giuseppe Battarino».
Sabato 9 marzo invece l’iniziativa alla Coop Valle Olona (dalle ore 16 al salone della coop in via Dalmazia), incontro con gli interventi del prof. Fabio Minazzi, di Claudio Mezzanzanica e del prof. Robertino Ghiringhelli, «con interessanti novità anche rispetto al nostro territorio».
Un regime che si impone a fatica
Mezzanzanica porterà gli studi sui documenti che ricostruiscono l’avanzata del fascismo dall’agosto 1922, «con gli assalti alla camera del lavoro di Varese, la campagna biennale della Cronaca Prealpina contro l’amministrazione socialista, il 1924 dei brogli elettorali».
Un’avanzata che – sottolinea Mezzanzanica – vide anche «il tentativo di resistenza antifascista, che passa anche attraverso i circoli. Una resistenza di vent’anni, prima dei venti mesi della Resistenza armata».
I documenti restituiscono anche il quadro di un territorio che (prima che Varese fosse eletta a copoluogo di Provincia) vide un’adesione non entusiasta al fascismo: «Di fronte alle intimidazioni nei vari paesi, i commissari registrano le difficoltà a votare per sancire il passaggio ad amministrazioni fasciste, come avvenne ad esempio nel caso ad Arcisate. Nel 1922 il Partito Fascista aveva ancora 48 iscritti a Varese: arriveranno al massimo a diecimila in tutta la provincia. Numeri che fanno intuire che la base del consenso non era così solida».
Le future iniziative
«Terremo diverse iniziative anche a Tradate, Venegono, Vedano. A Besozzo ci sarà (14 aprile) un galà lirico al Teatro Duse, con il patrocinio del Comune: il melodramma italiano contro l’autoritarismo, con un baritono e mezzosoprano anche per ricordare Titta Ruffo, il cognato di Matteotti, che pagò cara la sua parentela e il suo antifascismo».
E ancora una cena al Falcone di Gallarate, una conferenza a Busto Arsizio. «Iniziative che stanno cercando di coprire l’intero territorio provinciale, punto apicale sarà il novembre 2024».
«In nessun’altra provincia si trova una così ampia offerta sul territorio: all’Universita dell’Insubria si terrà anche un convegno internazionale di due giorni con diversi studiosi, su Matteotti, la democrazia parlamentare e la rappresentanza democratica».
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