Nuovo sgombero al campo nomadi di Gallarate, polizia e carro attrezzi al lavoro dal mattino
Gli operatori, scortati dalla polizia, hanno cominciato a rimuovere e caricare le roulotte presenti. Una ventina le persone che vivevano li suddivisi in circa cinque nuclei famigliari

In via Lazzaretto sono tornate le forze dell’ordine accompagnate dalle ruspe. Su delega della procura di Busto Arsizio, dalle 9 di questa mattina mercoledì 27 marzo, si sta ottemperando all’ordine di sgombero delle roulotte nuove case mobili dei sinti tornati in via Lazzaretto dopo il grande sgombero del 2018.
Gli operatori, scortati dalla polizia, hanno cominciato a rimuovere e caricare le roulotte presenti sui carro attrezzi per la rimozione.
«Si sono presentati stamattina, io ero al lavoro e sono tornato a casa – racconta Pino Saccone, in qualche modo portavoce della comunità sinti di via Lazzaretto -. Qua è un macello, non c’è neppure nessuno dell’assistenza sociale. Stanno portando via tutti i mezzi, ora noi dove andremo?».
Saccone, muratore di professione, ha cinque figli dei quali due minorenni: «qui eravamo circa una ventina di persone in otto roulotte». Lo scorso 10 febbraio un sopralluogo effettuato dagli agenti della Polizia Locale e da funzionari dell’Ufficio Urbanistica aveva riscontrato “l’occupazione permanente di suolo a fini abitativi, senza titolo, da parte di 5 nuclei familiari, per un totale di 15 persone”. La piccola comunità si era posizionata sulla strada ai margini dell’ex campo attrezzato, le famiglie che erano tornate qui nel 2021, dopo lo sgombero di fine 2018.
Le roulotte sono sequestrate per ordine della Procura. All’interno dell’area c’è anche personale dei servizi sociali del Comune: allo stato attuale non ci sono informazioni su dove verranno sistemati i soggetti fragili, vale a dire i minori e l’unico anziano, Vitaliano, il capofamiglia del nucleo allargato di sinti italiani.
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Penso che di nuovo si stia sbagliando l’approccio al problema abitativo dei sinti. La presenza sul luogo di un politico è poi stata solo una bassa provocazione ed un atto di arroganza a beneficio delle telecamere che infatti lo hanno intervistato senza alcun contradditorio.
Sicuramente dare alloggi popolari (in quantità molto ridotta perchè il problema abitativo per i meno abbienti a Gallarate è drammatico) non risolve il loro problema . Sono abituati a vivere in comunità, desiderano fare questo e vanno aiutati in questo. Occorre trovare uno spazio comunale adeguato (anzichè alloggi condominiali che possono essere dati ad altri bisognosi) in cui siano garantiti i servizi essenziali e per il quale va chiesto un affitto agevolato come fa Aler. Poi , ovviamente , va controllato da parte della Amministrazione comunale il rispetto delle regole (sicurezza , pulizia, costruzioni abusive , etc. etc, ) , ed il pagamento dell’energia utilizzata da parte del gestore da loro scelto. Così come avviene per qualsiasi alloggio gestito da Aler. Anzichè usare le ruspe conviene ragionare e trovare soluzioni adeguate.