Gli attivisti arrampicati sugli alberi fermano nuovamente i lavori al boschetto di Gallarate
La palla passa dunque al comitato tecnico per la sicurezza pubblica che stabilirà i prossimi passi per la gestione del cantiere
La protesta degli attivisti ferma il cantiere, almeno fino a quando non sarà previsto un piano per l’ordine pubblico.
Le tre persone che per il terzo giorno si sono arrampicate sugli alberi nel boschetto di via Curtatone hanno costretto gli operai a sospendere i lavori di disboscamento già iniziati per mancanza delle condizioni necessarie di sicurezza.
La palla passa dunque al comitato tecnico per la sicurezza pubblica con il Prefetto salvatore Pasquariello che ha convocato per domani il tavolo di coordinamento che stabilirà i prossimi passi per la gestione del cantiere.
Festeggiano intanto gli attivisti che sembrano voler proseguire ad oltranza nella loro protesta a presidio dell’integrità del boschetto di via Curtatone.
Per il sindaco è un attacco politico
La tensione sale attorno alla protesta di via Curtatone e il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, con il quale era già diventata aspra la polemica in giornata, rincara le proprie accuse nei confronti dei manifestanti parlando di una “matrice politica” dietro la protesta. «In città e intorno alla città ci sono cantieri ben più grandi di quello del nuovo polo scolastico che hanno previsto e prevedono l’abbattimento di piante e la loro ripiantumazione per opere strategiche fondamentali come i nuovi raccordi sulla ss336, sulla ss341 e i collegamenti con la Pedemontana e la A8 e lo strategico collegamento ferroviario Gallarate-T2 – dice Cassani. Tutti questi cantieri hanno portato all’abbattimento di alberi centinaia di volte superiori per quantità a quelle necessarie per far spazio al primo polo scolastico che racchiuderà 2 scuole elementari e due scuole materne prevedendo grandi risparmi energetici ed economici a fronte di investimenti già finanziati da Regione Lombardia. Quello che fa capire che le proteste a Gallarate hanno una matrice politica è il fatto che nessun ambientalista è stato visto nella brughiera o sul Sempione quando hanno tagliato le piante secolari mentre noi in via Curtatone abbiamo gli individui dei centri sociali, griffati le magliette NO TAV, che si incatenano agli alberi. Anche solo paragonando i due cantieri della nuova scuola e del collegamento Gallarate-T2 si evince la premeditazione e l’ipocrisia delle proteste di questi giorni».
Nuove proteste sul taglio alberi a Gallarate, il sindaco fa il dito medio e finisce sui social
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Mi ricorda la storia di Julia Hill, l’ambientalista che rimase 700 e rotti giorni arrampicata su una sequoia, negli Stati Uniti. Faccio il tifo per questo comitato ed eco al commento del vostro lettore che, giustamente, si chiedeva come mai non si vada piuttosto a reclamare e rivalorizzare le numerose aree dismesse del nostro territorio…