Dalla casa della nutrice al progetto Link: riparte a Varese la rete a sostegno delle donne vittime di violenza

Dopo le vicende alterne del progetto che vedeva collaborare diversi partner istituzionali avviato nel 2021, l'Asst Sette Laghi ripropone la collaborazione con un nuovo nome

Casa della Nutrice a Varese

La rete di supporto provinciale per le donne e i minori vittime di violenza riparte dal progetto “Link”. L’Asst Sette Laghi ha presentato al Prefetto Salvatore Pasquariello il nuovo modello per creare “ una rete di supporto completa e integrata per le donne che subiscono violenza”.

Gli enti coinvolti

Lo scorso 12 dicembre si è tenuta in Prefettura a cui hanno preso parte il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Varese dott. Antonio Gustapane, il Direttore Generale dell’Agenzia della tutela della salute dell’Insubria dott. Salvatore Gioia e vari rappresentanti delle ASST Sette Laghi e Valle Olona, dei Tribunali e delle Procure della Repubblica di Varese e di Busto Arsizio, dell’Ordine degli Avvocati di Varese, dei Comuni di Varese e Busto Arsizio, della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri, della “Fondazione Felicita Morandi” e della Cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”.

Il ruolo dei sanitari dell’Asst Sette Laghi

Il direttore socio sanitario della Sette Laghi, Giuseppe Calicchio, ha evidenziato come le strutture ospedaliere della ASST Sette Laghi, ed ancor più i servizi di Pronto Soccorso, denuncino l’importante numero di prese in carico di donne vittime che, per varie ragioni, non si rivolgono ai servizi “specialistici” del territorio (i CAV – Centri Antiviolenza) e alle Forze dell’Ordine.

Tre anni fa nasceva la Casa della Nutrice

Si riparte, quindi, dal lavoro svolto in questi anni dalla Casa della Nutrice, esperienza presentata 3 anni fa come progetto innovativo perchè concentrava in un unico indirizzo, la casa di fianco all’ospedale Del Ponte a Giubiano, i diversi servizi e le competenze necessari per prendere in carico, con effetto immediato, la donna vittima da personale appositamente formato.

Le difficoltà della Casa della Nutrice

Problemi di finanziamenti avevano poi creato qualche disfunzione al servizio e, con il pensionamento della Procuratrice della Repubblica Daniela Borgonovo, le cose si erano arenate. Il progetto della Casa della Nutrice era proseguito con le forze della sola Fondazione Morandi che da anni si occupa di violenza di genere.

In occasione, nel settembre del 2023, della visita dell’assessore regionale Lucchini era stato sollevato il problema dei finanziamenti intermittenti. La presidente della Fondazione Morandi, Giovanna Scienza aveva chiesto all’assessore regionale di rendere stabili, con fondi garantiti e certi, su risultati dimostrabili in termini quantitativi e qualitativi, ottenendo un impegno dall’assessore: «La Casa della Nutrice è uno straordinario esempio di struttura capace di coordinare e integrare al meglio i servizi presenti sul territorio. E’ un punto di riferimento di facile individuazione per tutte le donne vittime di violenza di genere e domestica – ha commentato l’assessore Lucchini –  Consente l’utilizzazione più razionale delle risorse umane e materiali ed il coordinamento degli interventi con finalità sanitarie, assistenziali e giudiziarie. Intendiamo valorizzare e rafforzare il progetto sperimentale già avviato nel 2021 con risorse proprie delle istituzioni coinvolte».

tavolo progetto link

La donna aiutata là dove chiede aiuto

La Sette Laghi ora riparte dall’esperienza della Casa della Nutrice il cui finanziamento è finito nel giugno scorso e che lavorerà in proroga fino a fine anno. Il nuovo servizio, però, non si basa più su uno sportello fisico ma su un sostegno a disposizione della donna vittima di violenza laddove è presa in carico per l’emergenza sanitaria; la necessità di un servizio che favorisca la donna vittima di violenza nel non perdersi nelle “terre di mezzo” tra l’accesso ai servizi sanitari (PS e repartiospedalieri), ed i servizi “specialistici” territoriali della Rete Territoriale Interistituzionale Antiviolenza (RIV) e i servizi della tutela giudiziaria; la necessità di un servizio con la professionalità appropriata per far emergere da cripto- maltrattamenti e accompagnare le donne con “fatiche o resistenze socio-culturali” nel percepire i servizi della RIV come opportunità.

La collaborazione tra enti diversi

Link ripristina l’iniziale collaborazione tra servizi “specialistici” territoriali: la RIV (Rete Territoriale Interistituzionale Antiviolenza) di Varese; servizi sanitari (clinici e professionisti sanitari dei PS aziendali e dei reparti ospedalieri, con particolare attenzione alla medicina, alla ginecologia e alla traumatologia;  professionisti psico-sociali aziendali, psicologia clinica e servizio sociale ospedaliero); servizi territoriali e della pianificazione zonale (consultori familiari pubblici e privati e i servizi sociali comunali; gli Ambiti territoriali di. Varese, Arcisate, Azzate, Cittiglio, Luino, Sesto Calende e Tradate); servizi della tutela giudiziaria e del ripristino della legalità (la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese che, in questi ultimi mesi, ha ampiamente disciplinato i percorsi di denuncia e accompagnamento territoriale alla denuncia, tanto con specifiche direttive quanto con l’attivazione di un servizio protetto di ascolto/raccolta delle denunce presso i locali della medesima Procura; il Tribunale di Varese, Settore Civile – Sezione I Persone e Famiglia).

Del progetto iniziale della Casa della Nutrice mantiene la volontà di abbattere (asse riparativo) e ad evitare (asse preventivo) la ricorrenza del fenomeno della dispersione delle donne vittime di violenza nelle “terre di mezzo” tra l’uscita/dimissione dalle strutture ospedaliere e dai servizi di PS della ASST (per le quali il personale sanitario è spesso chiamato a procedere a denuncia d’ufficio), e i servizi “specialistici” territoriali della RIV e il segmento dei servizi della tutela giudiziaria.

La formazione del personale coinvolto

Punto fondamentale, proprio del progetto avviato 4 anni fa, sarà la  formazione e il compito di diventare “service educativo” per gli operatori dei CAV, avvalendosi della sussidiazione e integrazione operativa, qualora necessario, di mediatori culturali e legali già attivi nei CAV medesimi (componenti del partenariato progettuale che si andrà a formalizzare).

Il progetto partirà con la prospettiva di ampliare il partenariato a tutti i CAV della RIV di Varese (Fondazione Felicita Morandi, Donna Sicura, EOS, Icore): ciò accrescerà notevolmente le opportunità di funzionamento e di connessione del team educativo del progetto LINK, tanto nell’ampliare il panel delle scelte della donna vittima di violenza, quanto nel capillarizzare l’inter-operatività di “service educativo” tra segmento sanitario aziendale, segmento “specialistico” della RIV, segmento dei servizi territoriali e segmento dei servizi di tutela giudiziaria.

Rilevante è l’inclusione del Comune di Varese nel partenariato, anche in quanto capofila della RIV di Varese, e gli Uffici di Piano dei sette Ambiti Sociali.

Nelle prossime settimane verrà sottoscritto il protocollo operativo della rete di cui la Prefettura di Varese – in continuità con quanto già operato per il precedente progetto – costituirà il punto di riferimento come quadro generale, per garantire che l’organizzazione rimanga agile ed efficace.

La platea dei firmatari ambisce ad includere nuovamente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese, la Questura di Varese, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Comune di Varese, l’Ordine degli avvocati di Varese, l’Università degli Studi dell’Insubria e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese; a cui si auspica l’aggiunta del Tribunale di Varese, dell’ATS dell’Insubria e dell’ASST della Valle Olona.

La violenza sulle donne ha bisogno di progetti condivisi ma soprattutto di fondi certi per poter diventare veri fari per chi soffre.

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Pubblicato il 27 Dicembre 2024
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