La memoria della famiglia Costantini brilla a Venegono nella luce di nove Pietre d’inciampo
Nella piazzetta della Biblioteca a Venegono Superiore e al campo delle Rimembranze di Venegono Inferiore sono state posate le pietre donate dall'Anpi provinciale che ricordano la famiglia che dopo aver trovato rifugio in paese venne arrestata sul confine a Cantello e venne sterminata ad Auschwitz

Due cerimonie e un’unica comunità unita nel ricordo e nella volontà di non dimenticare quando la Storia, quella più tragica e indicibile, passò da Venegono. E’ stata una mattinata di emozione e commozione a Venegono Superiore e Venegono Inferiore dove si sono svolte le cerimonie per la posa delle nove Pietre d’inciampo dedicate alla famiglia Costantini realizzate dall’Anpi provinciale di Varese e donate alle due amministrazioni comunali dopo un grande lavoro di ricerca che ha impegnato in particolare i ragazzi dei due istituti comprensivi coordinati da Carolina Perfetti.
I nove membri della famiglia Costantini – Ernesta Irma Tedeschi, suo figlio Cesare Augusto Benedetto Costantini con la moglie Nella Sara Terracini e i figlioletti Giovanna Ester e Giulio, l’altro figlio Roberto Costantini con la moglie Eloisa Levi e i figli Giulia e Mario – da Milano erano fuggiti in provincia di Varese per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste verso i cittadini ebrei. Avevano trovato un rifugio a Venegono, allora un unico paese, e stavano per varcare il confine con la Svizzera a Cantello quando furono fermati e arrestati. Trasferiti in carcere, prima a Varese e poi a Milano, partirono il 6 dicembre 1943 con il convoglio numero 5 dalla stazione centrale, diretti al campo di sterminio di Auschwitz. Un viaggio da incubo durato cinque giorni, al termine del quale donne e bambini vennero immediatamente uccisi. Nessuno dei nove membri della famiglia Costantini tornerà dall’inferno di Auschwitz.
Per ricordare la sfortunata famiglia che a Venegono aveva trovato rifugio e protezione, questa mattina erano presenti tantissimi cittadini, i ragazzi delle scuole, gli amministratori dei due comuni e della vicina Castiglione Olona, il Prefetto Salvatore Pasquariello e il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Saronno Fortunato Suriano, accolti dalla presidente provinciale dell’Anpi Ester De Tomasi. Presenti anche diversi membri della comunità ebraica e parenti delle famiglie Costantini e Tedeschi.
«Queste Pietre ci invitano a fermarci a riflettere su ciò che è accaduto ma sono anche un potente strumento educativo per le giovani generazioni – ha detto il vicesindaco di Venegono Superiore Antonio Bison – E per questo è preziosa oggi la presenza dei ragazzi delle scuole, qui dove ognuna di queste pietre diventa esortazione costante per la vita, per la pace e la giustizia».
Il sindaco di Venegono Inferiore Mattia Premazzi ha voluto sottolineare l’importanza del percorso condiviso tra le due amministrazioni: «Siamo una sola comunità e ancora di più oggi, dopo aver fatto insieme il percorso che ci ha portati a questa importante giornata. Come amministratore e cittadino sono orgoglioso di appartenere a una comunità che ha accolto e protetto, che non si è lasciata andare all’indifferenza. Storie come questa ci insegnano che anche se viviamo in libertà e democrazia le insidie sono sempre presenti, e la libertà va tutelata, vigilata, vissuta e difesa».
La presidente dell’Anpi Ester De Tomasi con un discorso commosso e carico di emozione ha ricordato le sofferenze e la tragedia vissuta da milioni di persone e dalle loro famiglie che non hanno una tomba su cui piangere i loro cari, assassinati nei campi di sterminio e “passati per il camino”: «In tutto il mondo sono state posate finora 120mila pietre, di cui 3.000 in Italia e 56 in provincia di Varese. Oggi con queste nove Pietre abbiamo riportato “a casa” nove persone i cui nomi non saranno mai più dimenticati».
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