A Viggiù il cimitero vecchio racconta storie e la memoria viva
Chiuso oltre un secolo fa, custodisce le sepolture dell'Ottocento. Figure e storie che affascinano: un racconto che ora si arricchisce sempre più

Quelle pietre tombali, quelle lettere consunte, quelle immagini sbiadite raccontano ancora storie. È passato ben più di un secolo – 115 anni – dal giorno in cui venne chiuso il “cimitero vecchio” di Viggiù. Un luogo che può evocare ancora vibrazioni lugubri, ma insieme anche il fascino della memoria che non vuole scomparire.
Luogo amato dai fotografi, il cimitero vecchio è anche campo di studio scientifico.
È un pezzo del progetto “Vivi”, sostenuto da Fondazione Cariplo e promosso dal Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università dell’Insubria in collaborazione con il Comune di Viggiù, l’associazione Amici dei Musei Civici Viggiutesi e Naturalis Insubria: una ricerca bioarcheologica mirata ad arricchire un percorso culturale e scientifico più ampio.
Sabato 5 aprile alle ore 14:30, alla Villa Borromeo a Viggiù, si terrà un incontro pubblico, con la presentazione scientifica a cura di Marta Licata (Università degli Studi dell’Insubria). A seguire, Emanuela Quintiglio per il Comune di Viggiù illustrerà le “nuove sfide dal passato”, mentre Carla Staffolani (Amici dei Musei Civici Viggiutesi) e Francesca Curletto (Naturalis Insubria) offriranno due prospettive complementari sul valore della memoria materiale: una riflessione sul patrimonio storico e sull’importanza della pietra come testimone delle vite trascorse.
Alle ore 16:00 il pubblico sarà poi guidato in una visita al cimitero vecchio, con conclusione presso i Musei Civici per un momento conviviale.
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