Chiesto a Varese l’aggravamento della sorveglianza speciale per Filadelfio Vasi
Striscioni allo stadio e “gite“ in Svizzera per sparare al poligono di tiro: il questore chiede di inasprire le misure. Il difensore solleva le eccezioni e l'udienza slitta ad aprile

Trasferte oltreconfine in Svizzera per sparare al poligono di tiro. Viaggi in Albania. Per non parlare dell’accoglienza calorosa delle più estreme linee del tifo varesino di basket e calcio legato alle squadre rossocrociate (di cui è stato capo della frangia più dura, quella che fa capo ai “Blood&Honour“).
È solo la punta dell’iceberg della vita violenta di un uomo dal calibro criminale di Filadelfio Vasi: armi, droga, rapine a mano armata; sparatorie e tentati omicidi, persino rocamboleschi tentativi di evasione, certo. Ma per questi comportamenti recenti, e a fronte del suo passato, le autorità preferiscono ridurre al minimo le capacità di spostamento e di “azione“ di Vasi, già colpito nel 2003 di una prima misura di prevenzione a cui se ne somma una seconda richiesta dal questore di Varese l’anno scorso.
Sul contenuto di queste misure (dirette ad evitare la commissione di reati da parte di determinate categorie di soggetti considerati socialmente pericolosi) è in corso un contenzioso penale. La misura di prevenzione originaria era della durata di due anni, viene emessa ben 22 anni fa e viene scontata dal destinatario solo in parte, cioè a partire dal 2010, cui segue una sospensione per arresto avvenuto nel 2011.
Il questore di Varese nel 2024 chiese una recrudescenza della misura a fronte del coinvolgimento di Vasi in un paio di risse, oltre agli onori tributati allo stadio e al palazzetto (nella foto) e alle uscite dal territorio nazionale. Da qui la richiesta di applicazione, nel massimo, della misura: obbligo di permanenza a Varese e divieto di espatrio (con sospensione del passaporto); la richiesta di applicazione è per cinque anni e riguarda una misura prevista dal codice antimafia, tra cui rientra anche un Daspo che impedirebbe a Vasi l’accesso alle strutture sportive durante le gare. Il legale Corrado Viazzo ha nell’udienza di giovedì mattina sollevato alcune eccezioni legate alle tempistiche di applicazione della misura originaria: il tribunale sul punto ha rinviato all’udienza del 17 aprile per fare il punto.
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