Ecoverso chiude il ciclo di incontri sull’auto elettrica a Materia svelando i veri costi e la sua autonomia
Martedì 13 si è svolto l'ultimo dei tre incontri dedicati alle auto elettriche. A condurre Luca Dal Sillaro e Riccardo Saporiti

Martedì 13 maggio a Materia, il nuovo spazio libero di VareseNews, si è svolto il terzo dei tre incontri dedicati al mondo delle auto elettriche organizzati da Ecoverso, associazione culturale nata nel 2013 con l’obiettivo di promuovere una mobilità più sostenibile.
Durante il ciclo di eventi sono stati affrontati diversi temi, dalle fake news ai dubbi che circolano sul campo dell’elettrica, fino ad effettuare un vero e proprio test drive, che si è svolto con gran successo nella giornata di sabato 10.
Nel terzo e ultimo incontro, martedì 13 maggio, si è parlato di tre argomenti in particolare: autonomia, tempo e costo di ricarica.
Innanzitutto, si è parlato di autonomia: «Esiste un luogo comune per cui l’auto elettrica vada bene a malapena per fare la spesa», ha subito sottolineato Luca Dal Sillaro di Ecoverso «Ma non è affatto così: la maggior parte di loro ha una autonomia molto più grande»
Per capire che autonomia hanno veramente però: «Bisogna tenere conto che cambiano le unità di misura, la capacità del serbatoio e che i km diventano kWh (chilowattora)», ha proseguito dal Sillaro. Se un’auto a combustione può arrivare fino a oltre 7oo km di autonomia, un’auto elettrica arriva, per ora, fino a poco più di 420km. «è evidente che è di meno, ma non è poco in valore assoluto», ha così sottolineato Riccardo Saporiti, il giornalista di Varesenews che ha dialogato con Del Sillaro sull’argomento della serata.
L’autonomia di un’auto elettrica dipende poi anche da altri fattori: Per esempio, se la temperatura esterna scende sotto lo zero, oppure si viaggia in autostrada a velocità sostenuta (più di 11o km orari) si può perdere fino al 25% di autonomia. Tutti elementi da calcolare
Per calcolare i tempi di ricarica è necessario invece riprendere in mano le operazioni d’aritmetica: si tratta infatti del risultato della divisione tra quanta energia serve per caricare diviso la potenza.
Per i tempi di ricarica è poi fondamentale tenere in considerazione alcuni fattori: la ricarica dell’ultimo 20% è più lenta della ricarica del primo 80%: «È un po’ come quando si spilla la birra: nell’ultima parte del bicchiere si procede più lentamente».
In realtà, un’auto elettrica va trattata come se fosse un cellulare e non come un’auto a combustione: «Quando possedevo un’auto a benzina, facevo il pieno quando l’auto era in totale riserva; con l’auto elettrica invece la ricarico ogni volta che ne ho l’occasione: se vado al supermercato a fare la spesa, o mi fermo all’autogrill a bere il caffè, con il risultato che non la lascio mai scaricare fino all’ultimo. Esattamente come faccio con il mio telefono» ha spiegato Del Sillaro.

Nel caso di un’auto elettrica, poi «Più che preoccuparsi della potenza del motore, è importante domandare a quanta potenza carica» ha sottolineato Dal Sillaro: ogni colonnina, per quanto potente sia, si adeguerà infatti alla potenza massima a cui è in grado di caricare l’auto.
Anche per i costi di ricarica bisogna tenere in considerazione alcuni fattori come il prezzo dell’energia: «C’è una grande differenza se si ricarica la macchina da casa o dalla colonnina, ma anche tra le colonnine ci sono differenze da non trascurare». Caricando la propria macchina da casa il costo si aggira attorno ai 30 centesimi a kWh, mentre per le colonnine varia il prezzo in base alla loro capacità: più ricaricano velocemente piu costano, passando dai circa 60 centesimi a circa un euro. Il risultato però è sempre un risparmio, e se ricaricando con la corrente di casa si risparmia oltre la metà rispetto a una macchina a benzina, anche ricaricandola nelle colonnine pubbliche si risparmia il 30% circa.
Ma il prezzo dell’auto elettrica in sè? Tra i partecipanti, c’è chi ammette la perplessità davanti a prezzi per auto che, nella versione elettrica, costano due volte la versione benzina: Dal Sillaro ha così affrontato anche l’enorme gap che le case automobilistiche europee hanno accumulato nei confronti delle auto cinesi o coreane, per non parlare dei modelli Tesla. «Case produttrici che da vent’anni stanno spingendo la ricerca delle auto elettriche, mentre in Europa non è successo nulla di tutto questo, con il risultato che i prezzi delle auto occidentali sono assolutamente proporzionati, e la loro tecnologia è in ritardo di vent’anni».
Non è il caso però di perdersi d’animo: tra contributi e sconti delle case produttrici – o magari gruppi d’acquisto come quello di Ecoverso – si può strappare un’ottimo prezzo, per un’auto che anche nell’uso dà molte soddisfazioni: dal basso costo dell’energia ai risparmi sul bollo, alla minima necessità di manutenzione. Una ipotesi sempre più da prendere in considerazione come alternativa alle auto a combustibili fossili.
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