«La cultura non è di chi sa, ma di chi apprende», recensione della mostra “Il visionario. Guido Morselli”
L'esposizione organizzata dagli studenti della classe 5F del Liceo Scientifico dell’Isis Valceresio ha ripercorso la drammatica vicenda umana dell'autore e i temi - ancora estremamente attuali - che affrontò nei suoi libri

“Un autore dimenticato e una nuova generazione che lo riscopre: la nostra mostra è un ponte tra due silenzi.”
“Morselli ci parla da un tempo lontano, ma le sue domande sembrano scritte per il nostro presente.”
“Non è mai stato al centro della scena, ma ora brilla come uno di quei pensieri che arrivano piano ma restano a lungo.”
“Morselli ci ha insegnato che si può essere controcorrente senza gridare.”
“Non è una mostra su Morselli, è una seconda possibilità per conoscerlo.”

Sono alcuni dei pensieri che gli studenti della classe 5F del Liceo Scientifico dell’Isis Valceresio di Bisuschio hanno dedicato al “Visionario” Guido Morselli, nell’ambito della mostra immersiva da loro organizzata negli spazi dell’associazione VareseVive il 29 e 30 aprile, 2 e 3 maggio scorsi, in collaborazione con l’Università dell’Insubria. La classe è risultata infatti tra le vincitrici del premio “MoOnlife-Morselli Onlife“, un progetto dell’Ateneo insubre coordinato da professori del Dipartimento di Scienze Umane e dell’Innovazione per il Territorio e dal Centro Storie Locali, pensato per promuovere la conoscenza dell’opera di Guido Morselli, vissuto a lungo nel territorio di Varese.

L’entusiasmo dei ragazzi, e delle loro docenti, si leggeva già nella bella locandina dell’iniziativa, raffigurante un profilo dello scrittore che riesce a raccontarci molto di lui: luci e ombre, amore per la natura varesina, rappresentata da lago e montagne, e poi la solitudine della Casina rosa a Gavirate… Una sintesi efficace e suggestiva del suo mondo.
Non finisce di stupire la modernità con la quale questo autore racconta il nostro presente, attraverso temi attualissimi come la sostenibilità ambientale, l’alimentazione, il legame con il territorio, ma anche l’inquietudine nella ricerca dell’identità. Gli studenti hanno colto questi aspetti, mettendoli in rilievo nella mostra: le parole di Morselli arrivano anche al cuore dei giovani, veicolate dalla sensibilità, celate dal carattere apparentemente ruvido di un intellettuale dotato di straordinaria acutezza, oltre che di un senso di partecipazione alle sorti del mondo.

Alla drammatica vicenda umana di Morselli è stato dedicato il cuore della mostra, un’installazione realizzata con la collaborazione dell’associazione Intrecci teatrali: una connessione sensoriale oltre il tempo, attraverso l’ascolto del ticchettio dei tasti della macchina da scrivere, della voce dello scrittore, ma anche dei suoi silenzi, insieme ad altri suggestivi segnali della sua presenza.
L’esperienza immersiva è stata integrata con l’esposizione di pannelli interessanti, che gli studenti hanno illustrato ai visitatori con competenza ed entusiasmo: sono stati dedicati alla vita dello scrittore e ai suoi temi principali, in particolare l’ecologia e il legame con il territorio di Gavirate, con un approfondimento relativo all’ultimo romanzo, Dissipatio H.G.

Un pannello e uno spazio a parte sono stati riservati al Dizionario dietetico, un’opera lessicografica molto originale dove si intrecciano i concetti di dieta alimentare e disciplina di vita – ideata da Morselli in un’epoca in cui la scienza dell’alimentazione era quasi sconosciuta –, pubblicata proprio in questi giorni a cura della professoressa Elena Valentina Maiolini, docente di Letteratura italiana dell’Università dell’Insubria.
Questa iniziativa si è rivelata un’esperienza unica e coinvolgente per accostarsi alla vita e alle opere di Guido Morselli, dimostrando che quando si realizza una sinergia vincente tra le diverse Istituzioni educative e culturali – in questo caso l’Università dell’Insubria, l’Ufficio scolastico di Varese e l’Amministrazione Comunale di Varese– è possibile portare concretamente sapere e conoscenza sul territorio, creare un valore sociale che diventa patrimonio di tutti, in sintonia con il pensiero di Morselli: «La cultura non è di chi sa, ma di chi apprende».
Fotografie di Daniele Crotti e Letizia Ferri
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