“Oltre la vendetta” la giustizia riparativa alla Biblioteca civica di Varese

Martedì 6 maggio alle 18 nella Sala Morselli. Gli autori Marcello Bortolato e Edoardo Vigna dialogheranno con Nicoletta Matricardi

toga tribunale apertura

Può sembrare insolito citare un libro per presentarne un altro. In questo caso le ragioni sono due. La prima è che “Il libro dell’incontro“, pubblicato nel 2015 da Il Saggiatore, ha un titolo perfetto per introdurre il tema della giustizia riparativa. La seconda è che tra i suoi curatori figura il criminologo milanese Adolfo Ceretti, allievo del professor Gianluigi Ponti, un pilastro della Società italiana di criminologia. A metà degli anni Novanta, Ceretti ha fondato a Milano il primo Centro di giustizia riparativa, e oggi è considerato tra i massimi esperti internazionali della materia. Quel libro racconta l’incontro tra le vittime e i responsabili della lotta armata degli anni Settanta, proiettando l’idea di giustizia oltre la dimensione retributiva, basata sulla pena inflitta dai giudici ai colpevoli.
Nel 2022 la riforma di Marta Cartabia, ministra della Giustizia del governo Draghi, ha introdotto la giustizia riparativa nel sistema penale italiano. Con “Oltre la vendetta” (Editori Laterza), testo pubblicato nel febbraio di quest’anno, gli autori, il giornalista Edoardo Vigna e il magistrato Marcello Bortolato, fanno il punto della situazione.

RIPARATIVA NON È RIPARATORIA

Il termine “riparativa” – da non confondere con “riparatoria” – deriva dall’espressione anglosassone restorative justice, traducibile con “giustizia rigenerativa” o “ricostruttiva”. È un concetto più articolato rispetto alla semplice “riparazione”, che nel processo penale è un atto risarcitorio pubblico da parte dello Stato. L’accertamento dei fatti e delle responsabilità si svolge davanti a un giudice terzo, rispetto ad accusa e difesa, e può concludersi con l’assoluzione o con la condanna. Tuttavia, il processo una volta erogata la pena non offre altre risposte altrettanto importanti, generate ad un livello più intimo e personale. Pensiamo, ad esempio, alla domanda che ogni vittima si pone: “Perché proprio a me?”.
La giustizia riparativa offre alle parti coinvolte – vittima e autore del reato, sia esso indagato o imputato – la possibilità di affrontare questioni che non rientrano nel solo ambito riparatorio. Non si tratta di restituire un bene o risarcire un danno e nemmeno di ottenere un perdono, ma di affrontare aspetti più profondi, riguardanti l’etica, la responsabilità, il riconoscimento reciproco.

OLTRE LA LOGICA DEL CASTIGO

Il percorso si attiva solo con il consenso di entrambe le parti e si svolge in un Centro pubblico di giustizia riparativa, su iniziativa del giudice, che valuta la presenza dei requisiti previsti dalla legge. Nel frattempo, il processo ordinario prosegue.
La giustizia riparativa può essere avviata in qualsiasi fase del procedimento, anche dopo la sentenza definitiva e mentre l’autore del reato sta scontando la pena. Se la pena è già stata espiata, il percorso può comunque essere attivato su richiesta della vittima, previa verifica da parte di un mediatore della disponibilità delle parti.
Si tratta di un approccio innovativo in quanto la giustizia riparativa supera la logica del castigo come unica forma di risarcimento del danno arrecato alla società, riportando al centro la sofferenza individuale e la possibilità, per entrambe le parti, di compiere un’azione consapevole e responsabile nei confronti dell’altro.

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Il libro “Oltre la vendetta. La Giustizia riparativa in Italia” (Editori Laterza) sarà presentato martedì 6 maggio alle ore 18 nella sala Morselli Biblioteca Civica di Varese via Sacco nell’ambito dela rassegna “Incontri d’autore”. Gli autori Marcello Bortolato e Edoardo Vigna dialogheranno con Nicoletta Matricardi dell’Ordine degli avvocati di Varese. L’evento è accreditato dall’Ordine degli avvocati di Varese con il riconoscimento di due crediti formativi

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 06 Maggio 2025
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