Anna Gervasoni: «Alla Liuc il futuro si costruisce prima della laurea»
La rettrice alla vigilia della Festa dei Laureati: «Tanti progetti per sostenere i giovani, anche chi ha un figlio. Dal 2026 un doppio titolo in economia e ingegneria. E il Dean’s List per premiare il merito»

Venerdì 27 giugno all’Università Liuc di Castellanza si terrà “Laureati in festa”, uno degli eventi più attesi dagli studenti e dalle loro famiglie. Un momento solenne che sancisce il passaggio verso una nuova fase della vita, proiettata nel mondo del lavoro. Per la professoressa Anna Gervasoni sarà la prima volta da rettrice.
Professoressa, quale sarà il messaggio principale del suo intervento?
«Farò un discorso brevissimo che toccherà due temi legati a molti progetti che stiamo portando avanti alla Liuc. Il primo riguarda il lavoro e il futuro dei nostri studenti: dirò loro che, per fortuna e perché sono stati bravi a laurearsi, non avranno difficoltà a trovare lavoro. Il lavoro per loro c’è e non avranno un problema di affannosa ricerca. Esiste solo un tema di scelta, perché le opportunità sono molte e spesso arrivano ancora prima della laurea, grazie ai nostri stage e tirocini. In un periodo in cui i giovani, purtroppo, vivono tante ansie e incertezze – anche giustificate dal contesto generale – almeno su questo fronte noi prepariamo i nostri studenti ad affrontare il futuro con serenità».
Il secondo tema?
«Riguarda proprio il futuro, di cui non si deve avere paura. Sappiamo che la Lombardia è uno dei territori più attrattivi d’Europa per i giovani. Certo, ci sono ancora aspetti su cui lavorare, come il costo della casa e la necessità di migliorare le retribuzioni, spesso inferiori rispetto ai competitor europei, temi su cui abbiamo già coinvolto le istituzioni. Ma nel complesso la Lombardia si posiziona bene, diversamente da altre aree italiane».
I dati di Almalaurea pubblicati di recente hanno restituito un quadro molto positivo per la Liuc. Il dato che più colpisce è l’alta percentuale di laureati che completano gli studi in corso, ben superiore alla media nazionale. Qual è il segreto?
«Non consideriamo gli studenti come numeri da selezionare o valutare in modo acritico. Per noi ogni studente ha un percorso personale e cerchiamo di aiutarli a scoprire e sviluppare le loro attitudini. Siamo tutti diversi e, grazie all’articolazione delle nostre attività didattiche e dei nostri servizi, cerchiamo di accompagnare ogni studente – bravo, meno bravo, mediocre – a trovare la propria strada. Quel dato è molto importante. L’abbandono è molto basso, il che significa che i ragazzi si sentono seguiti. Se emergono criticità nel percorso, interveniamo con tutor, supporto allo studio e orientamento personalizzato. Certo, possiamo permettercelo perché la nostra comunità è gestibile, con 2500 studenti. Vale per economia e ancor più per ingegneria, dove abbiamo circa 100 allievi all’anno: possiamo seguirli davvero da vicino. E i risultati si vedono, anche nelle statistiche sui percorsi di carriera e sulle retribuzioni post-laurea».
Tra i laureati più richiesti dalle aziende e dalle società di consulenza ci sono gli ingegneri gestionali, una laurea che mette insieme competenze economiche e ingegneristiche. Una trasversalità vincente, considerato che il tasso di disoccupazione nel loro caso è pari a zero. Ci sono novità in proposito?
«I nostri laureati, sia quelli di economia sia di ingegneria, sono molto richiesti. Nel 2026 lanceremo un nuovo doppio titolo magistrale in economia e ingegneria, unico nel suo genere, che rafforzerà ulteriormente questa trasversalità. Stiamo completando ora l’iter formale per partire con l’anno accademico 2026-2027. E poi stiamo investendo anche sui master universitari in alcune aree di eccellenza: sono un ponte per chi vuole poi proseguire con la magistrale e un primo approccio concreto al mondo del lavoro».
Tutti parlano di inverno demografico e di aiutare i giovani a mettere su famiglia. Ma spesso i giovani genitori non riescono a completare gli studi. Che cosa fa la Liuc per aiutarli?
«Abbiamo avviato un progetto che si chiama “Neo mamme e Neo papà”, pensato per le giovani coppie che vogliono studiare pur avendo un bambino. Offriamo borse di studio e un supporto personalizzato per conciliare studio e vita familiare. Così, quando questa fase si conclude, gli studenti sono riqualificati e pronti per il mercato del lavoro, con il supporto del nostro Career Service. Tutti parlano di favorire la natalità, ma servono azioni concrete. Noi abbiamo scelto di fare la nostra parte».
Un’altra iniziativa interessante è stata l’istituzione del “Dean’s List”, riconoscimento che viene assegnato ai laureati magistrali che hanno concluso il loro percorso accademico con i pieni voti e la lode mantenendo una media particolarmente elevata. Perché l’avete introdotta?
«È un’idea che ho preso dalle università internazionali, che stilano le loro ranking list per riconoscere gli ex studenti che hanno fatto carriere straordinarie. È stato molto bello rintracciare tanti ex allievi, riavvicinarli all’università e vedere i loro nomi sul muro durante l’apertura dell’anno accademico. Ogni anno ne proclameremo di nuovi, così potranno inserire questo riconoscimento anche nel loro curriculum. È un modo per dare visibilità al merito, fermo restando che continuiamo ad aiutare tutti gli studenti a trovare la propria strada».
Dieci anni fa, in occasione dei 25 anni dell’ateneo, scrivemmo che Anna Gervasoni era la vera star della Liuc per il legame e la stima che emergevano dalle testimonianze degli ex studenti che lei aveva seguito nella tesi. Ora, da rettrice, come vive questo rapporto?
«Il mio lavoro mi piace tantissimo, soprattutto il rapporto con gli studenti. Se non fosse così, avrei scelto un’altra carriera. Ho sempre cercato di aiutarli nelle tesi e nella ricerca del lavoro. Forse perché ho questa vocazione un po’ materna che va oltre i miei figli. Oggi il mio ruolo è cambiato: faccio pochissime lezioni, pensavo di non seguire più tesi… ma alla fine ne seguo ancora dieci. Cerco comunque di mantenere il contatto diretto con gli studenti: all’inizio dei corsi passo personalmente nelle aule a salutarli, lo farò anche all’inizio del prossimo semestre. Devono vedere chi è il rettore. E poi, attraverso le linee guida che do ai colleghi, cerco di diffondere un modello di attenzione verso gli studenti, premiando chi lavora bene e aiutando chi ha bisogno di migliorare. Questo vale per tutti».
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