Venerdì 20 giugno sciopero dei trasporti
Lo hanno proclamato i sindacati CUB, SGB e USB. Per le Ferrovie è previsto uno stop dalle 21 di giovedì sera alle 20.59 di venerdì con fasce di garanzia

Venerdì 20 giugno i sindacati CUB, SGB e USB hanno proclamato uno sciopero nel settore dei trasporti.
I POSSIBILI PROBLEMI PER I VIAGGIATORI
Per le Ferrovie è previsto uno stop dalle 21 di giovedì sera alle 20.59 di venerdì con fasce di garanzia, mentre per il trasporto pubblico locale le fasce di garanzia sono diverse a livello regionale.
L’agitazione sindacale, secondo quanto spiegato da Trenitalia che invita i viaggiatori a informarsi e nel caso a riprogrammare il proprio viaggio, potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale.
LE MOTIVAZIONI
Lo sciopero è stato proclamato “contro il genocidio in Palestina, la fornitura di armi ad Israele e l’assenza di un intervento concreto per dissociarsi dagli orribili crimini perpetrati dal Governo di Israele; Contro la guerra, l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari, in aggiunta di 40mld di euro già previsti per il triennio in corso. Per la pace anche nel conflitto Russia-Ucraina e gli investimenti su sanità, scuola, trasporti, welfare il cui peggioramento approfondisce le disuguaglianze esistenti e la povertà; Contro lo sfruttamento sul lavoro, la precarietà ed il contenimento delle retribuzioni sia in sede di rinnovo dei contratti del settore pubblico sia del settore privato, ad opera di organizzazioni sindacali che sottoscrivono intese impopolari e spesso senza sottoporle all’approvazione dei lavoratori. Per forti aumenti salariali e delle pensioni, comprese le minime a 1.000 euro al mese e il superamento del sistema contributivo, così da permettere di recuperare il potere di acquisto eroso dall’inflazione, per l’approvazione di una misura di salario minimo non inferiore a 12 euro l’ora e per la reintroduzione di un meccanismo di adeguamento delle retribuzioni all’andamento del costo della vita; Contro l’assenza di politiche sociali a cominciare dall’emergenza abitativa e la mancanza di piani di sviluppo dell’edilizia popolare, per una seria riforma degli ammortizzatori sociali; Contro l’assenza di politiche industriali capaci di superare la fase di forte conflittualità, innescando un processo di ulteriore deindustrializzazione e sfruttamento delle classi popolari e dei lavoratori; Contro la scelta autoritaria in materia di leggi repressive del dissenso e del conflitto sociale; Contro le morti sul lavoro; Contro la legge ‘Sbarra’ con cui il Governo tenta di scaricare sui lavoratori il rischio di impresa con gravi conseguenze su salari e condizioni di lavoro”.
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