Voto favorevole per l’acquisto di Monte Morone. Cannito: “Vogliamo restituire il Bene alla collettività”
Nel consiglio comunale di martedì 29 giugno la maggioranza unita ha votato sì. Astenuti Lista Bellifemine e Malnate Ideale, voto contrario da parte di Sandro Damiani. Il sindaco: "Idea prioritaria è una scuola professionale o di formazione. Diverse associazioni del territorio disponibili a collaborare"

Il Consiglio comunale di Malnate ha approvato l’esercizio del diritto di prelazione sul Tenimento di Monte Morone, il colle che sormonta la città e che fa parte della tradizione. Con nove voti favorevoli, due astenuti e un contrario, la delibera è stata dichiarata immediatamente eseguibile. L’acquisto, che utilizza fondi di avanzo vincolato per 2 milioni e 18 mila Euro (leggi qui), secondo quanto comunicato dalla maggioranza, non intaccherà la gestione ordinaria del bilancio comunale. Nel corso dell’assemblea, il sindaco Nadia Cannito ha spiegato che la scelta rappresenta uno degli impegni del programma elettorale, finalizzato a restituire il complesso alla fruizione pubblica. L’operazione è stata definita complessa anche per le tempistiche ristrette (60 giorni dalla denuncia di trasferimento) e prevede una progettualità di lungo periodo.
Le critiche dell’opposizione
Durante la seduta non sono mancate osservazioni critiche. Il consigliere Mario Barel (Malnate Ideale) ha espresso sostegno all’acquisizione ma perplessità sulla mancanza di un piano definito e sui costi futuri di gestione, ipotizzando alternative come una scuola agraria. Il consigliere Sandro Damiani (Fratelli d’Italia) ha stimato possibili spese aggiuntive per manutenzioni ordinarie e straordinarie, giudicando troppo ottimistiche le previsioni economiche. La consigliera Irene Bellifemine (Lista Bellifemine e Malnate Sostenibile) ha infine lamentato la fretta dell’operazione e la mancata consultazione della cittadinanza, auspicando uno studio di fattibilità più ampio. Assente la consigliera Paola Cassina, la votazione si è quindi chiusa con la maggioranza compatta al voto positivo (9 i sì), Barel ha lasciato l’aula senza partecipare al voto, Bellifemine si è astenuta mentre Damiani è stato l’unico componente del consiglio a dare voto contrario.
Gestione e manutenzione futura
Il tema è stato ovviamente di grande dibattimento in città tra favorevoli e contrari. E gli argomenti dei contrari, contro il romanticismo dei favorevoli, sono la gestione e la manutenzione del sito, che per conformazione geografica e strutturale non sono di facile soluzione. Dilemmi ai quali il sindaco Cannito ha risposto con possibili progettualità: «L’acquisto di Monte Morone è stato un processo politico complesso ma necessario. In consiglio comunale abbiamo registrato due astensioni, quelle di Malnate Ideale e della lista Bellifemmine, e un voto contrario del consigliere Damiani. Mi sarebbe piaciuto un voto unanime, per favorire un clima più distensivo in vista del futuro tavolo tecnico, ma l’esito resta positivo. La situazione finanziaria favorevole e l’incastro perfetto di tempistiche ci hanno permesso di procedere: con il consuntivo 2025 abbiamo potuto mantenere un equilibrio di bilancio molto solido, elemento che è stato la molla fondamentale per prendere questa decisione».
«Il percorso di acquisizione – prosegue Cannito – prevede già oggi l’invio alla Sovrintendenza della delibera di consiglio, della relazione tecnico-giuridica e di quella di valorizzazione: da quel momento Monte Morone è considerato in prelazione e, di fatto, è già nostro. Stiamo aspettando di capire se servirà un atto formale successivo per la proprietà, ma il Bene a tutti gli effetti è del Comune. La struttura – prosegue il sindaco – è complessivamente ben tenuta: gli interni sono curati, i bagni rifatti e la muratura in buono stato, anche se l’impiantistica è classificata in “G” e richiederà interventi. Ci sono spazi ampi, due saloni usati anche per matrimoni, la Camera degli Sposi e cantine sotterranee collegate. La famiglia Malnati resterà ancora per 30-45 giorni e c’è un contratto d’affitto con una società di eventi valido fino a giugno 2026, che per ora manterremo. Il nostro obiettivo è non chiudere più Monte Morone, ma restituirlo alla comunità con una forte motivazione di valorizzazione».
«La gestione verrà affidata tramite bando – spiega il sindaco -, che stiamo impostando partendo dalle linee guida che sono state delineate nella relazione di valorizzazione inviata alla Sovrintendenza e che sottolineano la forte finalità sociale del progetto. L’idea prioritaria è l’apertura di una scuola professionale o di formazione, come un CFP, ENAIP o IAL Lombardia, eventualmente collegata al settore alberghiero e in convenzione con una scuola di Florovivaismo, così da poter accedere ai finanziamenti della Regione Lombardia per la formazione; questa possibilità andrebbe così a coprire la maggior parte delle spese di gestione. Il bando sarà aperto e senza limiti geografici, rivolto a soggetti del terzo settore anche provenienti da fuori regione, e chi si aggiudicherà la gestione dovrà coordinare tutte le attività all’interno della struttura, compresa la gestione del parco. La concessione comprenderà anche la manutenzione: il Comune si farà carico dei primi interventi più urgenti, come il ripristino dell’impianto antincendio e dell’antifurto, ma la manutenzione ordinaria dovrà poi essere sostenuta dall’ente gestore, in modo da evitare ulteriori oneri per le casse comunali.»
«Pensiamo a un progetto che riporti Monte Morone alla collettività – entra nello specifico Cannito -: attività complementari come visite guidate, ristorazione legata alla disabilità, una fattoria sociale e persino la ripresa della produzione di vino. A breve istituiremo un tavolo tecnico con professionisti e associazioni del territorio come la Fondazione Comunitaria di Malnate per definire i prossimi passi. Le prime urgenze saranno mettere in sicurezza l’impianto antincendio e predisporre un servizio di guardia con un custode e per questo servirà fare un appalto di servizi; poi penseremo a un percorso di manutenzione e alla gestione della parte boschiva, coinvolgendo realtà come ASFO e Protezione civile che si sono già dette disponibili».

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