Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: “Non c’erano le condizioni economiche per proseguire”
L'imprenditrice che ha diretto la struttura: «Nel '22 ereditammo una situazione difficile ma ci siamo impegnati a fondo. Investimenti e sforzi non sono bastati». Dopo la Primaria chiude anche la fascia 0-6 anni

Dopo la scuola primaria chiude anche il comparto dell’infanzia alla Casa Sacro Cuore di Bogno. La notizia era nell’aria ma ora è diventata ufficiale con un comunicato della direzione nel quale è stata annunciata la messa in liquidazione della Fondazione che gestiva la struttura situata nella frazione di Besozzo.
La notizia è confermata anche da Barbara Bini, l’imprenditrice a capo della Fondazione che dal 2022 si è occupata dell’istituto scolastico: il 31 luglio era scaduto il contratto di comodato d’uso gratuito stipulato con la congregazione religiosa proprietaria della struttura e in quella data, di fatto, la Fondazione ha interrotto le proprie attività aprendo le trattative per il futuro del personale.
Ma come si è arrivati a questo punto? Lo spiega la stessa Bini che ribadisce quanto detto ai genitori nell’infuocata assemblea del 24 luglio scorso, quando venne comunicata alle famiglie la decisione di chiudere la primaria paritaria con 55 alunni. «Il mio rammarico è stato quello di non aver fatto decollare i numeri a sufficienza per garantire la continuità. Abbiamo fatto sforzi e investimenti in questi anni ma non sono bastati e mi dispiace che questi tentativi non siano stati riconosciuti».
Bini spiega quali sono state le scelte fatte: «Fin da subito abbiamo rafforzato la fascia 0-6 anni portando il numero totale di iscritti al Sacro Cuore dai 90-95 iniziali a 130 tra infanzia e primaria. L’introduzione dell’asilo nido ha portato subito 18 nuove iscrizioni: una strada che ritenevamo corretta contando sul fatto che poi molte famiglie, dalla scuola dell’infanzia, proseguono il percorso scolastico per la primaria. Ma la situazione economica era critica fin da quando abbiamo ereditato la gestione dalle suore e queste innovazioni non sono bastate».
La Fondazione – sottolinea ancora Bini – ha anche fatto investimenti rilevanti: «Abbiamo sostituito la centrale termica con finalità di risparmio energetico, acquistato macchinari per la gestione del verde così da ridurre i grossi costi che erano esternalizzati (la scuola si trova all’interno di un parco ndr), abbiamo riaperto la mensa interna con personale e attrezzature per garantire un servizio migliore. Sono stata accusata di tante cose ma da parte della Fondazione l’impegno per migliorare e dare continuità alla Casa Sacro Cuore c’è stato, nel corso degli anni».
Oggi però la situazione è complicata per le famiglie che avrebbero proseguito a frequentare le classi e che si sono riunite in un comitato per far fronte alla situazione. «Fino al 31 luglio – dice ancora Barbara Bini – eravamo a disposizione per favorire un subentro nella gestione, ma non sono emersi soggetti interessati. Mi auguro anche io che ora si faccia vivo qualcuno in grado di proseguire. Purtroppo due delle cinque classi avevano un numero di alunni inferiore a quello necessario per accedere ai contributi per le scuole paritarie e ciò ha contribuito a una situazione finanziaria già difficile».
Come detto, ora si apre la trattativa che riguarda il personale: «È in atto la trattativa con le autorità competenti e con i sindacati – conclude Bini – dopo la messa in liquidazione della Fondazione. I dipendenti saranno onorati così come saranno onorati i rimborsi delle quote mentre dal punto di vista dei fornitori non ci sono debiti particolari. Riguardo agli insegnanti voglio dire che ho trovato un corpo docenti ottimo, lodevole, che è stato prezioso per il lavoro e la disponibilità dimostrati, e questo vale in generale per tutti i nostri lavoratori. Mi sono affidata a loro per la parte scolastica del Sacro Cuore; purtroppo quella economica non ci ha consentito di proseguire».
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Si deve vergognare, perché la situazione a lei era ben nota. Nella riunione del 24 sopra citata, lei garantiva che il servizio dell’infanzia 0-6 anni non sarebbe cessato. Invece solo ieri ha comunicato la cessazione dei servizi. Lasciando i bambini e noi genitori, con gli asilo chiusi a non sapere dove farli andare a settembre. Si vergogni!!