Colpo in gioielleria a Varese: la polizia analizza i filmati di videosorveglianza
La squadra Mobile in campo, coordinata dalla Procura per passare al setaccio le immagini che hanno preceduto e seguito la rapina

Passare e ripassare i singoli fotogrammi, cercare, scandagliare fra i toni di grigio quell’ombra confrontata con quella che arriva in successione lungo la strada. Prima e dopo. Cioè prima e dopo il colpo alla gioielleria Fiocco di Varese, in corso Matteotti per l’esattezza, il «salotto» buono della città, destatasi dai giorni di raccoglimento fra le ferie e la ripresa del lavoro, fra l’ozio sornione della fine dell’estate e lo sgambettare della quotidianità ritrovata.
E proprio in quel contesto ha agito il rapinatore, probabilmente in trasferta, giacca, camicia e cravatta, che con grande nonchalance ha superato le due porte di sicurezza della boutique di preziosi per poi uscire col bottino, non prima di aver minacciato la donna di 35 anni presente in negozio.
Sulle tracce del malvivente, capace di scatenare il panico nella gioielliera e nei colleghi delle botteghe vicine una volta appresa la notizia della rapina, si sono mossi dapprima gli agenti delle Volanti, giunti immediatamente sul posto, che hanno poi lasciato la scena ai colleghi della Scientifica e successivamente della Squadra Mobile.
Ora le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese, da cui per il momento non emergono particolari, come fa sapere il procuratore capo Antonio Gustapane, al lavoro con la sostituta Marialina Contaldo proprio sugli elementi ora in mano agli inquirenti: le immagini delle videocamere di sorveglianza.
Ad una settimana di distanza resta ancora incerto, o meglio non precisato, il bottino di quella rapina che più di un investigatore di lungo corso ha descritto come insolita, rara, quasi d’altri tempi.
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