Giustizia e tempi lunghi: l’avvocato Marco Natola a “La Materia del Giorno”
Una riflessione sulla lentezza dei processi e le sfide del sistema giudiziario italiano

Oggi, mercoledì 8 ottobre, nella venticinquesima puntata della rubrica quotidiana “La Materia del Giorno”, l’ospite è stato l’avvocato Marco Natola, un esperto della professione forense che ha dedicato più di trent’anni alla giustizia, di cui undici come segretario dell’Ordine degli Avvocati e quattordici anni nel Consiglio. Un tema delicato quello affrontato durante l’intervista con il direttore di VareseNews Marco Giovannelli: la giustizia italiana, in particolare i lunghi tempi dei processi, un problema che da decenni affligge il sistema giudiziario del nostro Paese.
Lunghezza dei processi: un problema storico
L’avvocato Natola ha ricordato come la lentezza dei procedimenti sia un problema che perdura da anni e che, nonostante le riforme normative, non ha trovato soluzioni definitive. «Quando ho iniziato la professione, la situazione era anche peggiore – ha dichiarato -. Le riforme sulle norme procedurali non sono mai riuscite a velocizzare i processi, anzi, in alcuni casi hanno creato rallentamenti a causa della difficoltà di adeguare strutture e mentalità». Un problema che persiste, con continui tentativi di riformare il sistema attraverso la decentralizzazione della giustizia e l’implementazione di tribunali specializzati, ma che ha portato a un ingolfamento di alcuni tribunali distrettuali, come quello di Milano.
Il PNRR: un’opportunità per la giustizia
Un tema centrale della discussione è stato l’impegno del governo italiano per il miglioramento della giustizia attraverso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). «Oggi, per la prima volta, il PNRR sta mettendo a disposizione risorse finanziarie concrete per supportare le riforme», ha spiegato Natola. La principale missione del piano è quella di ridurre drasticamente i tempi della giustizia, dove l’Italia è purtroppo un fanalino di coda in Europa.
Non solo riforme normative, ma anche un impegno concreto in termini di risorse, che potrebbe rappresentare la chiave per risolvere un problema che ha danneggiato la nostra giustizia per decenni.
Civile vs Penale: le differenze nella gestione dei processi
L’avvocato ha anche parlato delle differenze principali tra i procedimenti civili e penali, sottolineando come nel settore civile alcuni progressi siano stati fatti, grazie anche alla digitalizzazione e agli strumenti di mediazione civile obbligatoria. Il settore penale, invece, risente ancora di un notevole ritardo, soprattutto per quanto riguarda l’informatizzazione e la gestione delle piattaforme digitali, che hanno creato difficoltà operative.
La digitalizzazione: un passo avanti necessario
Un altro aspetto positivo sottolineato dall’avvocato è stato l’introduzione del processo civile telematico, un cambiamento che ha semplificato notevolmente le pratiche per avvocati e giudici, nonostante una iniziale resistenza. Tuttavia, nel settore penale, la digitalizzazione è ancora un obiettivo difficile da raggiungere, con numerosi ostacoli tecnici da superare.
Gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie
In ambito civile, gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie (ADR), come la mediazione civile e gli arbitrati, sono stati rafforzati dalle riforme recenti, offrendo vantaggi fiscali e benefici per i cittadini. Nel penale, invece, la mediazione è ancora un campo poco esplorato, ma l’avvocato Natola ha sottolineato che si sta facendo un buon lavoro per sviluppare questo strumento, nonostante una certa resistenza.
Il caso Mottarone: giustizia e mediazione
Un tema che ha suscitato una riflessione finale è stato il caso del Mottarone, dove molte delle famiglie delle vittime sentono che la giustizia non sia stata completamente realizzata. Natola ha evidenziato come, in alcuni casi, la giustizia penale può sembrare più un processo doloroso che una vera risoluzione. «La sofferenza del processo penale è enorme per le vittime, e a volte preferirebbero vedere una fine senza dover passare attraverso un lungo percorso processuale». La difficoltà di ottenere giustizia in modo rapido e soddisfacente, insieme alle sfide mediatiche, ha sollevato interrogativi su come migliorare l’approccio.
Prossimi passi e speranze per il futuro
Natola ha concluso con una nota di speranza, sottolineando che, pur con i numerosi problemi e ritardi, ci sono segnali positivi e che il sistema giudiziario italiano sta cercando di riformarsi, soprattutto grazie al PNRR. «La sfida ora è quella di non sprecare questa opportunità», ha detto, riferendosi alla necessità di implementare nuove risorse e modelli organizzativi, soprattutto per il settore penale, affinché la giustizia possa finalmente rispondere alle esigenze dei cittadini in modo efficiente e giusto.
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