Varese celebra l’ottobre di sangue: un impegno di cultura civile e partecipazione
Sabato 18 la passeggiata nei luoghi simbolo della Resistenza e domenica 19 la cerimonia ufficiale con istituzioni e associazioni. Due giornate per ricordare i partigiani uccisi e riflettere sul valore della memoria storica nel contesto attuale

L’81° anniversario dell’«Ottobre di sangue varesino» sarà ricordato sabato 18 e domenica 19 ottobre con due giornate ricche di iniziative, tra memoria storica e impegno civile.
A organizzare l’edizione 2025 della commemorazione sono l’ANPI Varese, l’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), l’Istituto Calogero Marrone e il Comune di Varese, con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo dei partigiani caduti nell’autunno del 1944 e riflettere sul valore attuale della memoria.
Un anniversario che parla anche all’oggi
«Basterebbero alcune dichiarazioni recenti, come quella della Ministra Roccella, – ha detto Rocco Cordì, presidente di ANPI Varese – per capire quanto sia ancora necessario ricordare quei caduti. La memoria serve a contrastare i tentativi di riscrivere la storia della Resistenza e del fascismo. Gli episodi non sono isolati, ma mostrano una tendenza sistematica a colpire chi oggi rivendica i valori antifascisti».
L’iniziativa si collega anche ai temi dell’attualità: «Non è un caso se – ha spiegato Cordì – proprio in questi giorni, abbiamo parlato dell’attualità mediorientale: la questione palestinese dimostra che non si è ancora risolta la violenza politica come strumento di dominio».
Cultura civile e partecipazione
Secondo l’assessore alla Cultura del Comune di Varese, Enzo Laforgia, l’evento è diventato parte integrante del calendario civile cittadino: «Queste commemorazioni non sono solo liturgie ufficiali, ma momenti per attivare la coscienza civile. Collegare la storia ai luoghi di Varese ci permette di riflettere sul fatto che, anche qui, la violenza politica ha colpito la popolazione civile. È una delle tragiche caratteristiche delle guerre del Novecento».
La storia tra le strade: sabato 18 ottobre
La prima giornata sarà dedicata alla memoria diffusa. Alle 10 del mattino partirà da Palazzo Estense la passeggiata “Percorsi Resistenti – Quattro passi per rinfrescare la memoria”, organizzata da ANPI, ANPPIA e Istituto Calogero Marrone.
Il percorso toccherà: via Marcobi, corso Matteotti, largo Resistenza, via Veratti 30 (ex negozio ciclista Augusto Zanzi), via Felicita Morandi (Carcere dei Miogni) e via Dante (ex sede della “Villa Triste”).
In ognuno di questi luoghi saranno ricordati episodi legati alla repressione nazifascista e verranno depositati fiori in omaggio ai caduti. Ai partecipanti sarà distribuito un fascicoletto per accompagnare la visita. «Anche camminare – ha sottolineato Alberto Tognola per ANPPIA – è un gesto semplice e quotidiano, ma non sempre è stato possibile. Dare un senso civile a un’azione così elementare significa rendere la memoria viva e attuale».
La cerimonia ufficiale: domenica 19 ottobre
Domenica mattina si terrà la commemorazione ufficiale. Alle ore 10 la corona d’alloro sarà deposta al monumento di Largo Resistenza. Alle 10.30 in sala Montanari sono previsti i saluti istituzionali del prefetto Salvatore Pasquariello, del sindaco Davide Galimberti, del presidente di ANPI Varese Rocco Cordì e l’orazione ufficiale tenuta dal professor Enzo Laforgia.
Ottobre 1944: una ferita nella storia locale
L’autunno del 1944 fu uno dei momenti più drammatici per la Resistenza varesina. Dodici partigiani della formazione autonoma Lazzarini furono fucilati nel Luinese, tre (Elvio Copelli, Luigi Ghiringhelli, Evaristo Trentini) furono uccisi alle Bettole di Varese. Walter Marcobi, comandante della 121a Brigata Garibaldi, venne assassinato con i suoi compagni Bartolomeo Bai e Giuseppe Brusa. Anche René Vanetti, comandante della 148a Brigata Giacomo Matteotti, fu ucciso. Una cinquantina di antifascisti vennero arrestati e molti deportati in Germania.
A ricostruire le fila della Resistenza fu Giuseppe “Claudio” Macchi, che assunse il comando della 121a Brigata, rinominata in onore di Walter “Remo” Marcobi, e guidò le forze antifasciste fino alla Liberazione.
Un’eredità da difendere
«Ricostruire le radici e le ragioni di quel periodo – ha concluso Laforgia – è fondamentale per comprendere come da quella stagione sia nata la Costituzione. Oggi più che mai serve ribadire i valori che regolano la nostra convivenza civile».
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