L’Unità mobile per lo screening mammografico fa tappa alla Fondazione Molina di Varese
Dal 13 al 15 novembre, una cinquantina di donne, tra operatrici, ospiti e caregiver, si sottoporranno gratuitamente all’esame mammografico grazie al progetto nato dalla co-progettazione tra ATS Insubria e ASST Sette Laghi
Fa tappa alla Fondazione Molina di Varese, dal 13 al 15 novembre, l’Unità Mobile per lo screening mammografico, progetto nato dalla co-progettazione tra ATS Insubria e ASST Sette Laghi, con il contributo delle associazioni Varese per l’Oncologia e CAOS. Nei tre giorni previsti, una cinquantina di donne – tra operatrici, ospiti e caregiver – si sottoporranno gratuitamente all’esame mammografico, in linea con le indicazioni di Regione Lombardia.
Obiettivo dell’iniziativa è intercettare le donne che non hanno mai aderito ai programmi di screening, portando la prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro. «Con l’Unità Mobile vogliamo raggiungere anche le aree più periferiche – spiega Salvatore Gioia, direttore generale di ATS Insubria – e rafforzare il concetto di una sanità di vicinato, integrata con il contributo del terzo settore».
L’unità è dotata di connessione per le accettazioni a bordo e telerefertazione per la lettura delle immagini da parte dei radiologi dell’Ospedale di Circolo. Il progetto, che nei prossimi mesi continuerà con altre tappe sul territorio, coinvolge anche Comuni, Medici di Medicina Generale e aziende aderenti al programma WHP.
Una rete che funziona: sanità, terzo settore e territorio
Il direttore generale di ASST Sette Laghi, Mauro Moreno, evidenzia come il progetto consenta di portare lo screening dove le donne vivono e lavorano, rimuovendo ogni ostacolo alla partecipazione. «La diagnosi precoce – sottolinea – è un investimento fondamentale, anche in termini di sostenibilità del sistema sanitario».
Michele Graglia, presidente della Fondazione Molina, rimarca il ruolo strategico dell’RSA come nodo della rete territoriale, mentre il direttore Carlo Nicora sottolinea l’importanza di aver coinvolto anche donne ricoverate e dipendenti, oltre a caregiver familiari.
La forza della rete e del volontariato
L’iniziativa si inserisce nel quadro regionale e nazionale delle strategie di prevenzione oncologica. Come spiega Silvia Deandrea, presidente del Gruppo Italiano Screening Mammografico e dirigente della DG Welfare, «la qualità e la capillarità degli screening sono determinanti per aumentare l’adesione e garantire diagnosi precoci».
Nicoletta Ferloni, presidente di Varese per l’Oncologia, annuncia un contributo economico di oltre 20mila euro per sostenere il progetto, mentre Adele Patrini, presidente di CAOS, definisce l’Unità Mobile «un atto d’amore verso le donne e uno strumento concreto di medicina di prossimità».
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