Progetto Elisa, la prevenzione che salva gli occhi dei bimbi

Un progetto nazionale di prevenzione e sostegno nato dalla paura e disinformazione. Oggi “Occhi dei Bimbi” raggiunge migliaia di genitori con contenuti scientifici, testimonianze e una rete di esperti

Radio Materia

Una diagnosi arrivata troppo tardi è diventata il punto di partenza di uno dei progetti italiani più attivi sulla prevenzione visiva infantile. Un nuova puntata di Soci All Time, format radiofonico realizzato in collaborazione con Csv Insubria su Radio Materia, da voce a una nuova realtà della provincia di Varese.

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È la storia di Enrica Ferrazzi, mamma di Elisa, che scoprì l’ambliopia della figlia solo dopo una visita oculistica fatta per scrupolo. Una scoperta che ha cambiato la vita della famiglia e che ha messo in luce una criticità ancora attuale: in Italia il controllo della vista nei primi anni di vita non è abbastanza diffuso.

Da quell’esperienza è nato Progetto Elisa, oggi evoluto in Occhi dei Bimbi, un’iniziativa che negli anni ha affiancato migliaia di famiglie con informazioni, screening e orientamento medico. Prima della pandemia il progetto ha organizzato visite gratuite in tutta Italia grazie alla collaborazione con specialisti e Lions Club, individuando numerosi casi meritevoli di approfondimento.

Con il Covid, le attività sul territorio si sono fermate, ma il progetto ha trovato nuova linfa online. Nasce così il profilo Instagram “Occhi dei Bimbi”, oggi seguito da una vasta community di genitori. Il canale propone contenuti divulgativi sulla salute visiva, ma anche storie, consigli pratici e supporto psicologico. Tra le iniziative più partecipate c’è la rete dei “Bendagnez”, bambini che seguono la terapia dell’occlusione: un gruppo che riunisce circa 600 famiglie e offre sostegno grazie a oculisti, ortottisti, pediatri e psicologi. «La benda spaventa i genitori più dei bambini. Quando la rendi colorata, allegra, raccontata con il linguaggio giusto, diventa parte del percorso e non un ostacolo», spiega Enrica.

Il progetto ha sviluppato anche materiali pensati per i più piccoli – canzoni, illustrazioni e personaggi bendati – per rendere più accettabile la terapia e sensibilizzare in modo semplice. L’obiettivo futuro è ampliare questi contenuti e trasformarli in strumenti educativi ancora più accessibili.

«Basterebbe una visita tra i due e i tre anni per prevenire molti problemi», ricorda Enrica. Da un’esperienza personale è nata così una rete che oggi informa, accompagna e dà voce alle famiglie: un lavoro costante che continua a far emergere l’importanza della prevenzione visiva fin dalla prima infanzia.

Il sogno? «Sogniamo piccoli cartoon che parlino di prevenzione visiva ai più piccoli. Sarebbe un modo semplice per arrivare a tutte le famiglie», conclude Enrica Ferrazzi.

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chiara.ferraro@varesenews.it
Pubblicato il 20 Novembre 2025
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