“Campolo, una vita per la scuola e la cultura”. Il ricordo del direttore Giovannelli
Figura molto stimata nel mondo della scuola e presenza attenta nel dibattito culturale del territorio. È scomparso all'eta di 79 anni
Il direttore di VareseNews, Marco Giovannelli, ha voluto dedicare un ricordo personale a Marcello Campolo, figura molto stimata nel mondo della scuola e presenza attenta nel dibattito culturale del territorio. Un legame di lunga data, fatto di dialogo, stima e passione civile, emerge dalle parole che seguono.
Ho tanti ricordi con Marcello Campolo. Fino a poco tempo fa mi scriveva spesso per segnalarmi fatti e situazioni del nostro territorio ma anche oltre. Spesso riguardavano la scuola, come la morte di un ex provveditore o la promozione di qualche suo collega. Poi mi segnalava eventi culturali e dava consigli per il giornale.
La sua ultima scuola da dirigente scolastico era stata il Keynes di Gazzada dove io, nel 1990 avevo iniziato la breve carriera da insegnante durata una dozzina d’anni. Lui era arrivato dopo e come nelle altre realtà si era subito contraddistinto per un attivismo positivo ed era molto ben valuto.
Autentico democratico, non aveva mai smesso di guardare al mondo con curiosità e spirito critico.
Mi aveva seguito durante tutto il mio progetto dell’estate del 2010 quando feci un giro in vespa lungo tutte le coste italiane da Ventimiglia a Trieste. Mi scrisse e chiamò varie volte e mi fermai nel suo paese dove tornava in vacanza ogni anno. Era orgoglioso della sua terra e incantava ascoltarlo raccontare.
Quella sera per il blog del viaggio e gli articoli su diversi giornali scrissi:
“Prima di correre verso Reggio, c’è il tempo per una sosta a Bagnara calabra, il paese che ha dato i natali alle due sorelle Bertè. A Mia Martini e a Mino Reitano, considerato uno di casa, il comune ha dedicato due piazzette, che poi sono due slarghi sul lungomare che dividono il paese da Marinella.
Questa è solo una frazione di Bagnara, ma lì le ragazze hanno qualcosa di speciale. La leggenda racconta che oltre ad essere le più belle, erano anche coraggiose. Prendevano il traghetto a Villa San Giovanni per andare a Messina a comprare il sale e poi rivenderlo di contrabbando in Calabria. Lo nascondevano sotto le gonne ampie e lunghe. Si portavano a casa pacchi interi sfidando la guardia di finanza che ogni tanto ne beccava qualcuna. «Qui le donne sono sempre state operose e grandi lavoratrici. Ancora oggi vanno loro a vendere per strada frutta e verdura». A parlare è il “professore” Marcello Campolo. Lui è nato a Reggio Calabria e finita l’Università, come tanti, ha cercato fortuna al Nord, ma l’amore per la propria terra non passa mai. E così ogni estate torna e gli piace conoscere sempre nuove storie.
Tutto il Sud è una sorta di calamita per chi lo ha dovuto lasciare. Ha un’energia potente e, malgrado le contraddizioni forti che manifesta, mantiene intatto il proprio potere di seduzione. Si assapora subito e basta scambiare due parole con chi ritorna nella propria terra con regolarità, per capire quante siano le differenze”.
Marco Giovannelli
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