“Salari erosi, pensioni penalizzate”: la protesta della Cgil a Varese nel giorno dello sciopero nazionale
Nel mirino della Cgil la mancanza di misure strutturali su salari, pensioni, sanità e politiche industriali, con l’accusa al governo di non rispondere alla crisi sociale. Il presidio varesino fa parte di una giornata di mobilitazione nazionale contro la Legge di Bilancio
Si sta svolgendo questa mattina, venerdì 12 dicembre, il presidio organizzato dalla Cgil in piazzale Trieste, davanti alla stazione Fs di Varese, nell’ambito dello sciopero generale nazionale proclamato dal sindacato contro la Legge di Bilancio del governo Meloni. L’iniziativa è iniziata alle ore 9 e vede la partecipazione della segretaria generale provinciale Stefania Filetti, insieme a lavoratrici, lavoratori e pensionati dei diversi settori coinvolti.
Lo sciopero, indetto per l’intera giornata, si inserisce nella mobilitazione avviata dalla Cgil a livello nazionale con la campagna “Io sciopero contro una legge di bilancio ingiusta”, contestando in particolare la mancanza di misure strutturali su salari, welfare, pensioni e politiche industriali.
Filetti: “Salari erosi dall’inflazione, servono risposte strutturali”
Nel suo intervento, Filetti ha sottolineato le ragioni della protesta, a partire dalle difficoltà economiche delle famiglie e dal progressivo impoverimento di salari e pensioni: «Oggi con questo sciopero generale vogliamo dare una sferzata alle nostre critiche e richieste a questa finanziaria. Mettiamo al primo posto le condizioni economiche delle famiglie, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati, a fronte di dichiarazioni costanti che certificano come i salari si stiano impoverendo».
La segretaria ha contestato la scelta del governo di non intervenire sul fiscal drag e di limitarsi alla riduzione dell’aliquota dal 35 al 33%:
«Abbiamo imparato che questa misura restituisce una mancia, il valore di un caffè al mese. In quattro anni l’inflazione – oltre il 18% – ha eroso i salari di migliaia di euro. Come lavoratrici e lavoratori dipendenti, e come pensionati, abbiamo pagato almeno 25 miliardi in più di tasse: risorse che devono essere restituite o investite nel welfare pubblico, nella sanità e nella scuola».
«Una finanziaria senza sviluppo: preoccupano industria, Pnrr e pensioni»
Filetti ha evidenziato anche l’assenza di un piano di sviluppo industriale: «Questa finanziaria non investe in politiche industriali né nei settori che producono lavoro di qualità. Cosa succederà tra uno o due anni, quando dovremo restituire il Pnrr e ci troveremo con comparti ancora più in difficoltà in una competizione internazionale aggravata anche dal contesto bellico?».

Nel mirino anche le misure sulle pensioni: «Sono state tagliate opzione donna e quota 103: si andrà in pensione più tardi, con importi più bassi. E con una sanità legata a un Pil piatto, gli investimenti nel servizio sanitario nazionale continueranno a diminuire. Questo lo contestiamo con forza».
Le motivazioni dello sciopero e i servizi a rischio
La mobilitazione di oggi rientra nello sciopero generale proclamato dalla Cgil per l’intera giornata, che coinvolge numerosi settori pubblici e privati. Come riportato nei giorni scorsi, sono previste ripercussioni su trasporti, scuola, sanità e servizi pubblici, con possibili disagi anche per treni, aerei e trasporto locale.
Venerdì lo sciopero generale della Cgil (e non solo), occhio a treni, aerei e servizi
Il sindacato contesta una Legge di Bilancio ritenuta «iniqua» perché, nella sua valutazione, non affronta la perdita del potere d’acquisto, non rafforza il welfare pubblico, non sostiene la sanità nazionale e non propone una strategia industriale capace di rispondere alle trasformazioni in corso.
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Landini ha stufato alla grande, fa del terrorismo sindacale e chi ne fa le spese sono i cittadini.
Chi ne fa le spese sono i cittadini che si sono ritrovati il peggior governo degli ultimi 70 anni.