Italiani di Libia e bengalesi: “Vogliamo aiutare i libici”
Sono molti i cittadini che hanno seguito la presentazione del progetto. Presenti gli italiani rimpatriati da Gheddafi e i libici della comunità bengalese di Busto
Erano molti i cittadini ad ascoltare la presentazione del progetto Alisei che porterà un aiuto sanitario alla popolazione di Bengasi. E molti di loro con la Libia hanno un rapporto particolare. Oggi fanno parte dell’associazione “rimpatriati dalla Libia” ma, prima dell’arrivo di Gheddafi, nell’ex colonia italiana ci abitavano. La signora Giovanna ricorda ancora quando «a 14 anni e mezzo ci hanno portati in Libia». La sua famiglia era stata trasferita lì perchè molto numerosa e lei in Libia ci ha vissuto 30 anni. Il rimpatrio è stato molto duro. «Sono tornata in Italia con i miei figli e solo 32 sterline in tasca» ma i ricordi verso il paese in cui è cresciuta sono estremamente positivi. «Ci hanno sempre trattato benissimo» commenta una delle figlie ricordando come all’epoca «tutto in Libia fosse bellissimo». Nel paese ci sono poi tornate poco prima della rivoluzione «ed era tutto in rovina ma non sembrava dovesse succedere quello che poi è successo». Oggi, guardando le immagini delle migliaia di persone che partono dalle coste libiche «provo una profonda tenerezza» commenta Rosanna perchè quando «siamo tornati in Patria siamo stati trattati con molta più umanità».
Ma oltre ai tanti che in Libia hanno passato molti anni della loro vita, ad ascoltare il progetto c’era anche una rappresentanza della comunità Bengalese di Busto. «Vogliamo aiutare anche noi» commenta Nessar perchè «questa ormai è la nostra città e vogliamo partecipare, ascoltare e condividere». «Ormai il nostro cuore è Italiano» rivela Nazir e anche se il passaporto dice altro «noi vogliamo partecipare attivamente alle iniziative della nostra città». E la nutrita comunità dei bengalesi di Busto ne è certa: «vincerà la democrazia perchè i libici erano schiacciati a terra ma ora non c’è nulla che possa fermarli la loro sollevazione».
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