Una TV rotta all’origine della rivolta nel carcere di Varese
La protesta rumorosa dei detenuti sarebbe partita da un confronto acceso tra un carcerato e una guardia. A raccontare i dettagli l'avvocato difensore Damiani

È ritornata la calma nel carcere dei Miogni di Varese teatro ieri pomeriggio di una rivolta da parte dei detenuti. All’origine delle proteste ci sarebbero una televisione rotta in una cella e un confronto acceso tra un detenuto, che chiedeva di sistemarla, e una guardia.
« La contestazione – commenta l’avvocato Sandro Damiani difensore del detenuto coinvolto – sarebbe avvenuta mentre lui si trovava in infermeria. Quindi non gli è imputabile la sobillazione della protesta, contenuta e sedata grazie all’arrivo di forze speciali in tenuta antisommossa».
Questa mattina, il difensore ha cercato di avere notizie del suo assistito per poter ricostruire l’accaduto: « È stato trasferito, insieme con altri carcerati , alla casa circondariale di Monza ma per un disguido tecnico non l’ho ancora sentito per farmi spiegare esattamente cosa sia successo e, soprattutto, come stia. Non sono riuscito nemmeno a parlare con il comandante né con il direttore sanitario per farmi rilasciare il referto medico. Una volta in possesso della documentazione valuterò l’ipotesi di sporgere denuncia o querela e, sicuramente, inoltrerò istanza al pubblico ministero perché siano concessi al mio assistito gli arresti domiciliari visto il clima che si è venuto a creare. Dato che non esistono pericoli di reiterazione del reato, fuga o distruzione delle prove, chiederò che possa attendere a casa propria l’udienza del 5 febbraio».
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