Scartato il risarcimento per l’investito al Belvedere di Azzate: il processo prosegue
I fatti risalgono al 5 agosto 2019 quando l’uomo venne travolto da un’auto guidata da un residente mentre puliva la piazza

È cominciato oggi, lunedì 7 giugno in tribunale a Varese il processo per lesioni a carico di un residente di Azzate che vede come persona offesa un 43enne gestore del chiosco ambulante «l’Apetit», frequentatissimo nelle serate estive come punto di incontro per aperitivi e ritrovo di giovani che si danno appuntamento al Belvedere di Azzate, uno dei punti più romantici che si affacciano sul lago di Varese e le Prealpi lombarde.
Qui nella giornata di lunedì 5 agosto di due anni fa – era il 2019 – l’esercente aveva denunciato di essere rimasto ferito dall’auto che aveva alla guida un residente del posto mentre stava pulendo la piazza dove di solito parcheggiava il suo mezzo mobile.
Secondo Andrea Toppi, il difensore del barista, però, non si tratterebbe di semplici lesioni.
Questa mattina in aula l’imputato ha proposto un risarcimento, ipotesi scartata dalla persona offesa «in ragione della gravità dei fatti» e «dell’esiguità della somma», ha spiegato il legale.
Il procedimento penale prosegue dunque ora nei binari del dibattimento che vedrà nell’aprile 2022 l’escussione dei testi chiamati in aula dal pubblico ministero.
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Ma è mai possibile che per un caso del genere, abbastanza semplice per arrivare ad una conclusione, devono passare quasi tre anni, salvo ulteriore rinvii? Non credo che negli altri Paesi occidentali ci voglia così tanto per arrivare ad una sentenza definitiva che quasi sicuramente, con ulteriori gradi di giudizio, si prospetta alle calende greche.