La chirurgia vascolare dell’ospedale di Varese coinvolta in uno studio europeo con pazienti emodializzati
L'equipe del professor Matteo Tozzi selezionerà 9 pazienti che parteciperanno allo studio sull'efficacia di una nuova protesi per le fistole per la dialisi

La Chirurgia vascolare dell’Asst Sette Laghi scelta, insieme ai Centri di Ghent (Belgio), Riga (Lettonia) e Vilnius (Lituania), per sperimentare una nuova protesi che garantisca la circolazione extracorporea in pazienti emodializzati.
La scelta è caduta sull’equipe diretta dal prof Matteo Tozzi per l’alto numero di accessi vascolari da emodialisi, oltre 400 ogni anno, che lo qualificano come uno degli hub lombardi per le fistole complesse.
«Sono particolarmente orgoglioso di questa opportunità – commenta il Prof. Matteo Tozzi, Direttore della Chirurgia vascolare e professore all’Università dell’insubria – Partecipare ad uno studio ‘first in men’ in ambito chirurgico è un’evenienza rarissima e se il nostro centro oggi ne è protagonista il merito è della squadra che lo ha reso possibile: accanto a noi, del team della Chirurgia vascolare, hanno fatto la differenza il Comitato Etico, la Farmacia, i Nefrologi di Varese e di Tradate e il servizio di Anestesia».
Lo studio ‘first in men’ coinvolge 15 pazienti, di cui 9 che verranno selezionati e seguiti a Varese.
«Il primo lo abbiamo già operato all’inizio di dicembre. Quando gli abbiamo proposto questa opportunità la accolta con entusiasmo, avendo ben colto i vantaggi che offre. Proprio ieri – precisa Tozzi – il paziente è stato sottoposto al primo trattamento di emodialisi utilizzando questo nuovo accesso, con un ottimo risultato: la dialisi si è svolta senza intoppi e l’accesso ha funzionato perfettamente:
Se le nuove protesi supereranno questa fase di sperimentazione – conclude Tozzi – si apriranno interessantissimi orizzonti per la chirurgia vascolare. Ed è bello sapere che il nostro centro ha dato un contributo decisivo in questa direzione!».
Nei prossimi giorni si riunirà lo screening committee che selezionerà il secondo paziente varesino a cui proporre di partecipare allo studio.
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