Il Gran Pignolo sul grande schermo: sala gremita per la prima di Mauro della Porta Raffo
Una prima degna della figura di Mauro Della Porta Raffo quella proiettata sul grande schermo del multisala MIV di Varese

Sala gremita, applausi, curiosità sulla sua vita e anche su Varese. Una prima degna della figura di Mauro Della Porta Raffo quella proiettata sul grande schermo del multisala MIV di Varese.
C’erano amici, intellettuali, uomini di spettacolo come Memo Remigi ma anche politici come il presidente lombardo Attilio Fontana, il sindaco di Varese Davide Galimberti e il consigliere regionale Giuseppe Licata ad assistere alla prima del documentario sulla vita di Mauro Della Porta Raffo dal titolo “Due o tre cose che so di me” per la regia di Gianluca Mattei.
Sullo schermo sono sfilate le immagini di Della Porta Raffo nei luoghi iconici della città di Varese con i contributi illustri di giornalisti e intellettuali. «L’incubo di chi scrive giornali», lo definisce il giornalista Aldo Cazzullo, «un erudito che ci tiene a farlo sapere», dice Ferruccio de Bortoli.
Alla soglia degli ottant’anni Della Porta Raffo ha vissuto tante vite, tutte straordinarie, nel bene e nel male, consapevole che per alcune scelte avrebbe pagato un caro prezzo. Vite sempre in bilico, vissute senza il conforto psicologico di “una rete”, perfettamente inutile per uno abituato a vivere qualsiasi situazione gli si parasse davanti con il coraggio di chi sa. Unica e immutabile costante era, ed è ancora, l’amore per la conoscenza. Un amore così evidente che Vittorio Sgarbi – e non è l’unico – lo ha paragonato a un enciclopedista del Settecento.
“Due o tre cose che so di me” al Miv di Varese il film su Mauro della Porta Raffo
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