Quando in sala operatoria arriva il robot, 177 interventi all’ospedale di Circolo
Oltre a Urologia, Chirurgia d'Urgenza e dei trapianti, Chirurgia generale e Chirurgia bariatrica, eseguiti i primi 3 interventi di Urologia pediatrica
Il 27 ottobre dell’anno scorso, il primo intervento di chirurgia robotica, in Urologia, all’Ospedale di Circolo.
Tra novembre e dicembre, la fase di start up, che ha registrato 28 interventi: due mesi che sono serviti per ottimizzare la gestione chirurgica e peri-operatoria, compreso il grande ruolo della componente anestesiologica ed infermieristica.
Da gennaio, l’estensione dell’utilizzo del robot alla Chirurgia d’urgenza e trapianti, alla Chirurgia generale Varese e alla Chirurgia bariatrica, e, dal giugno scorso, all’Urologia pediatrica, con i primi 3 interventi di chirurgia robotica eseguiti con successo su minori.
Complessivamente, da gennaio, gli interventi di chirurgia robotica sono stati 174.
Nel dettaglio, l’Urologia ne ha eseguiti 96: 42 di prostatectomia radicale per neoplasia prostatica, 16 di enucleoresezione per neoplasia renale, 32 nefrectomie per neoplasie renali e 6 pieloplastiche, di cui 3 su minori in collaborazione con l’Urologia pediatrica, guidata dalla dottoressa Lilia Reali.
«Da rilevare – commenta i dati il professor Dehò – è il numero di trattamenti conservativi renali eseguiti, 16, segno di come il miglioramento tecnologico abbia contribuito ad estendere a casi sempre più complessi l’approccio conservativo, rispetto al trattamento radicale. Una analisi preliminare ha inoltre evidenziato i vantaggi in termini di tempo di ospedalizzazione, necessità di trasfusione e del tempo di ischemia renale in corso di intervento: tutti questi parametri risultano significativamente ridotti nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico robotico».
L’introduzione della chirurgia robotica ha inoltre significativamente aumentato il numero di pazienti sottoposti a prostatectomia rispetto allo stesso periodo del precedente anno, che ne aveva registrati 22: un incremento, quindi, del 48%.
Per la Chirurgia d’Urgenza e Trapianti, diretta dal professor Giulio Carcano, gli interventi eseguiti sono stati 32, principalmente di colecistectomia e patologia di parete addominale, oltre ad un intervento di trapianto di rene da donatore vivente.
La Chirurgia generale Varese 1, invece, di cui è direttore il dottor Eugenio Cocozza, ha eseguito 31 interventi, differenziando la propria casistica in tutti gli ambiti di interesse della struttura, prevalentemente oncologici, anche di altissima complessità: 2 resezioni gastriche per patologia oncologica, 1 riparazione di ernia iatale, 15 resezioni coliche, 4 interventi di chirurgia epato-biliare e 9 colecistectomie.
Per quanto riguarda, infine, la Chirurgia generale di Tradate, affidata alla direzione del dottor Andrea Rizzi, i 18 interventi eseguiti sono tutti di chirurgia bariatrica, di cui 14 sleeve gastrectomy e 4 bendaggi gastrici, che fanno dell’ASST Sette Laghi uno dei pochissimi centri in Italia ad eseguire interventi di chirurgia bariatrica con l’ausilio del robot.
«Ottimizzazione della visione e massimizzazione della precisione sono i due vantaggi principali dell’utilizzo del robot chirurgico – condividono tutti i chirurghi che si sono confrontanti con questa tecnologia – Il robot offre infatti una visione straordinariamente definita e in 3D del campo operatorio, mentre gli strumenti di cui è dotato ampliano la manualità del chirurgo. E questi benefici sono tanto più evidenti, quanto più è complesso l’intervento, riducendo tra l’altro lo sforzo fisico dell’operatore, che si trova ad intervenire beneficiando di una posizione più comoda e di una visione nettissima dell’area da operare fin nei minimi dettagli».
Il robot chirurgico è frutto di un investimento di circa un milione di euro, autorizzato da Regione Lombardia. Il suo utilizzo in ASST sette Laghi è destinato ad ampliarsi: ad avvantaggiarsi di questa tecnologia saranno ulteriori specialità chirurgiche.
Nel dettaglio, la chirurgia robotica è un’evoluzione tecnologica della chirurgia laparoscopica: il sistema è principalmente costituito da una consolle che integra un sistema di visione stereo 3D e i due manipolatori ad uso del chirurgo e un carrello chirurgico provvisto del braccio porta-ottica e di tre bracci porta-strumenti fissati su una colonna che eseguono i comandi del chirurgo. Il sistema consente di muovere gli strumenti utilizzando gli accessi praticati chirurgicamente (1-2 cm) senza appoggiarsi sul paziente e minimizzando quindi i danni sui tessuti. La dotazione comprende una gamma completa di strumenti progettati per consentire sette gradi di movimento che simulano, ampliandoli, quelli del polso e della mano.
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