Imprese al cardiopalma, 6 mesi per non chiudere
Secondo alcune analisi rischiano 2mila aziende, con 5mila addetti. Gli ordini potrebbero ripartire nel 2010, ma bisogna aiutare gli imprenditori a resistere
Gli ordini arrivano a singhiozzo, senza lungo periodo, e in questo quadro le imprese hanno bisogno di credito per pagare fornitori e stare in piedi in attesa di pagamenti spessi ritardati. Imprenditori in lacrime, che parlavano di avere avuto il 90% in meno di fatturato nei primi mesi del 2009. Vaciago esprime un concetto semplice: in Asia, a fine anno, qualcosa ricomincerà a muoversi, ed entro un anno è ragionevole pensare che gli ordini ripartano. Ma nel frattempo bisogna che qualcuno aiuti le imprese a stare in piedi. Alberto Vanzini, l’imprenditore di Jerago che ha portato in Lombardia il gruppo “Imprese che resistono”, nato in Piemonte, ha proprio questa visione.
La sua è una azienda meccanica, e lavora prevalentemente come terzista, con varie specialità. Da qualche mese, la riduzione del lavoro delle imprese più grandi, a cascata, ha fatto sì che i suoi operai (meno di venti) si siano fermati più volte con le mani in mano. “Piuttosto che chiudere uso i miei soldi, ma non posso durare a lungo” spiega. A Jerago la sua situazione è simile a quella di molti altri. 57 aziende ogni chilometro quadrato, una partita Iva per ogni famiglia. “Ci sono molti terzisti che lavorano per le stamperie di ferro e acciaio di Solbiate Arno, queste sono in cassa integrazione e il lavoro di conseguenza è mancato anche a noi”.
La tragedia dell’indotto, meno protetto, ma lo stesso in grave difficoltà, è in questo momento sui tavoli di tutte le istituzioni e associazioni varesine: dalla Camera di Commercio, a Confindustria, Confartigianato, Cna, Confapi e i sindacati, che lamentano ricorsi alla cassa integrazione mai visti prima.
Emma Marcegaglia ha dato cento giorni al governo per valutare se vi saranno misure realmente efficaci nei confronti dell’industria in crisi, e sul territorio il refrain è questo. «Stando alle nostre indagini – ha dichiarato Giorgio Merletti presidente dell’Associazione Artigiani di Varese – saranno 2000 le aziende che non ce la faranno in provincia, per un totale di circa 5000 addetti». I sei mesi che ci attendono sono quelli decisivi. Resistere in qualche modo, o morire. Ed in questo contesto che la Cna, ad esempio, attacca Gerico, software che governa «il calcolo di congruità» degli studi di settore, e quindi le tasse che pagheranno: «Nel 2009, faranno pagare più tasse alle imprese che nel 2008 – ha denunciato Daniele Parolo, presidente di CNA Varese – Nella situazione in cui siamo, è un drammatico controsenso».
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