Pro Patria in D, Turotti: “La partita di oggi specchio di una brutta stagione”
La Pro Patria perde a Vercelli e lascia i playout con la retrocessione. In sala stampa si presenta il ds, che non nasconde il dispiacere per la peggiore stagione dopo 9 anni a Busto Arsizio: "Quando non si fa goal c'è poco da recriminare con arbitro o avversari. Sono il direttore e le colpe maggiori sono le mie"

Al Piola di Vercelli la Pro Patria sciupa il (pur minimo) vantaggio conquistato all’andata dei playout e, perdendo per 1-0, sprofonda in Serie D. Il solo direttore Sandro Turotti si presenta nella sala stampa per commentare “una partita che fa da specchio a una brutta stagione”. Senza dubbio la peggiore, a livello sportivo, da quando il ds si è insediato a Busto Arsizio, nove anni fa.
“ERRORI CHE PARTONO DA PRIMA DI QUESTA GARA”
«Perdere questa partita, per quello che si è visto in campo, è un po’ lo specchio della nostra stagione. Quando si retrocede senza fare goal (la Pro Patria il peggior attacco del Girone A) non c’è da prendersela con gli avversari o l’arbitro. Sicuramente gli errori partono da prima e non sono solo il frutto di questa partita ma della nostra stagione».
“FINIRE COSÌ È UNA DOPPIA AMAREZZA”
«Mi dispiace tantissimo: sono arrivato alla Pro Patria e siamo andati in Serie C e finirla adesso così è un grande dispiacere. Non solo a livello professionale ma anche a livello di cuore, quando vivi questa città per nove anni ti entra dentro e diventi tifosi, al di là del professionista. E per questo c’è una doppia amarezza».
“IO SONO IL DIRETTORE, LE COLPE MAGGIORI SONO MIE”
«In questi nove anni i tifosi sono stati bravissimi, hanno fatto tanto e si è sofferto tanto perché è mancato questo ragazzo (Raffaele Carlomagno, morto dopo esser caduto nel fossato del Piola di Vercelli, ndr): non siamo riusciti a dar questa gioia e questo dispiace tanto. Dispiace tanto anche per la Presidente e per la proprietà che le è affianco. Adesso saremo nei dilettanti, c’è solo rammarico, non ci sono altri pensieri. Con il nostro budget questa società è stata borderline: siamo arrivati quinti un anno, abbiamo fatto playoff ma poi capitano queste stagioni in cui se i due attaccanti fanno tutti 6/7 goal si riesce ad andare nell’altra parte della classifica, quando, come quest’anno, non avviene si sta a tribolare. Se siamo arrivati a questo punto di colpe ce ne sono tante. Io sono il direttore e le colpe maggiori sono le mie. Io non mi tiro mai indietro e sapete che non vengo mai in sala stampa quando si vince, ma quando si perde. Le colpe sono mie e sono tante».
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