L’assessore Caruso visita le Case di Comunità di Saronno e Cassano Magnago: “Umanizzazione delle cure, non solo strutture”
La visita arriva in un momento di confronto politico acceso: il Pd parla di strutture incomplete, la Regione difende il percorso avviato

Due tappe per raccontare una visione precisa: quella di una sanità pubblica più vicina, integrata e accessibile. L’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso ha visitato le Case di Comunità di Cassano Magnago e Saronno, accompagnata dalla direzione dell’ASST Valle Olona e da una rappresentanza del personale sanitario.
«Le Case di Comunità – ha dichiarato Caruso – non sono semplici strutture, ma presìdi di ascolto, prossimità e accoglienza. Qui la sanità pubblica ritrova il suo volto più autentico: quello della cura che accompagna e della presa in carico del cittadino. Ringrazio l’ASST Valle Olona per l’impegno nel realizzare un modello evoluto, centrato sulla persona».
Cassano e Saronno, due modelli di prossimità
A Cassano Magnago, la struttura offre un’integrazione tra medicina generale, assistenza infermieristica, servizi sociali e specialistiche – con attenzione particolare all’area ostetrico-ginecologica e diagnostica avanzata.
A Saronno, invece, si punta su telemedicina e approccio multidisciplinare, con servizi orientati alle necessità di una popolazione ampia e diversificata.
Entrambe fanno parte della rete delle 34 Case di Comunità attive nell’area di ATS Insubria, di cui 11 afferenti all’ASST Valle Olona.
Una visita anche politica: la risposta alle critiche del Pd
La visita dell’assessore arriva in un momento in cui il dibattito politico sulla sanità territoriale è acceso. Un recente articolo di VareseNews ha riportato i dati raccolti dal Partito Democratico: solo 10 Case di Comunità su 216 previste in Lombardia sarebbero pienamente operative, con personale completo, orari estesi e servizi attivi.
Il consigliere regionale Samuele Astuti aveva parlato di «contenitori vuoti» e di una riforma che esiste più nei piani che nella realtà. Secondo il Pd, mancano figure chiave come i medici di base, la comunicazione ai cittadini è debole, e il percorso è in forte ritardo rispetto agli obiettivi del PNRR.
Regione: “Modello in crescita, completamento entro il 2026”
Regione Lombardia, dal canto suo, difende il modello e parla di un percorso in evoluzione. Oltre 140 Case sarebbero già state avviate, anche se non tutte ancora a pieno regime. L’obiettivo – ribadito anche nel corso della visita – è di arrivare a completare la rete entro il 2026, con una graduale attivazione di servizi, personale e tecnologie, tra cui la telemedicina e l’integrazione sociosanitaria.
L’assessore Caruso ha voluto rilanciare il messaggio con parole chiare: «Questa è la sanità del futuro, fatta di vicinanza, ascolto e responsabilità. Le Case di Comunità sono una realtà viva, che cresce insieme ai territori».
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