Quando sono i lavoratori a salvare l’azienda: gli esempi all’assemblea di Confcooperative a Varese
All'assemblea di Confcooperative a Varese le testimonianze di Patrolline e Greslab, aziende salvate dai dipendenti
L’assemblea generale di Confcooperative Insubria si è aperta questa mattina a Villa Recalcati di Varese con una riflessione profonda sul ruolo delle cooperative nella costruzione di un futuro più equo. Un tema quanto mai attuale, visto che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2025 Anno internazionale delle cooperative, riconoscendo il loro contributo allo sviluppo sostenibile.
“Le cooperative costruiscono un mondo migliore: le imprese rigenerate dai lavoratori” è il titolo scelto per la tappa varesina dell’assemblea, che si terrà in due giorni consecutivi e proseguirà domani 6 dicembre a Tremezzina, in provincia di Como, con un focus sulle cooperative in sanità. Un’occasione per guardare da vicino quelle esperienze virtuose in cui i lavoratori diventano protagonisti della rinascita delle aziende in crisi, i cosiddetti workers buyout sostenuti dalla legge Marcora.
Frangi: «Le cooperative, un’altra idea di economia»
Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria, ha aperto i lavori con una relazione che ha messo in discussione i pregiudizi sulle cooperative. C’è chi le vorrebbe relegate al passato, buone solo per un mondo agricolo ormai scomparso. Altri le considerano utili solo nei contesti marginali o per curare i fallimenti del mercato. «Si fa fatica a inserire il lavoro delle persone svantaggiate? Vabbè, che lo faccia la cooperativa» ha sintetizzato Frangi con una punta di amarezza.
La realtà è ben diversa, secondo Frangi: le cooperative sono imprese centrate sulle persone in un’epoca di decisioni concentrate nelle mani di pochi e di diseguaglianze crescenti. «Persone che si mettono insieme non per diventare ricche o per godere del giorno in cui venderanno l’azienda dopo averla quotata in borsa, ma per soddisfare dei bisogni» ha spiegato il presidente. Un’altra idea di economia, governata su basi democratiche con il principio “una testa, un voto”, e imprese che destinano gli utili non alla ricchezza di pochi ma al patrimonio comune, costruendo qualcosa per le generazioni future.
Pasquariello: «I “workers buyout” sono un atto di fiducia collettiva e un investimento per il futuro»
Il prefetto Salvatore Pasquariello ha accolto con favore il tema scelto per l’assemblea, sottolineando come parli di fiducia nelle persone e nella loro capacità di rigenerare, ricostruire, non rassegnarsi. «I “workers buyout” rappresentano molto più di una tecnica economica: sono un atto di fiducia collettiva, un investimento nel futuro e nella dignità del lavoro» ha commentato. Ridare vita a un’azienda attraverso la cooperazione: significa non solo salvaguardare posti di lavoro, ma preservare competenze, relazioni, filiere produttive. Significa evitare che un territorio perda un pezzo della propria identità economica e sociale. Il prefetto ha ricordato come la provincia di Varese conosca bene il valore di queste scelte, essendo un territorio dinamico ma esposto alle sfide della globalizzazione e alle incertezze dei mercati.
Per questo è stato rafforzato il tavolo di coordinamento politico territoriale per le crisi aziendali, che vede la prefettura lavorare a stretto contatto con la provincia, la Camera di Commercio, le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati. «I lavoratori che scelgono la via cooperativa non rivendicano soltanto diritti, si assumono rischi, responsabilità e impegni. Questa è una forma alta di cittadinanza economica che merita di essere sostenuta» ha concluso Pasquariello.
La legge Marcora, a sostegno delle cooperative che “salvano” le aziende, aggiunge un importante “link” per operare
Il consigliere regionale Marco Bestetti ha poi illustrato gli strumenti che Regione Lombardia mette in campo per valorizzare la legge Marcora: la legge regionale 36, che detta le norme per la cooperazione in Lombardia, già sostiene le nuove cooperative promosse da lavoratori che intendono rilevare attività di aziende in crisi per finalità di salvaguardia occupazionale.
Sei mesi fa però è stata introdotta una modifica legislativa importante: l’estensione anche alle finanziarie nate per effetto della legge Marcora degli strumenti finanziari di sostegno e partecipazione tra pubblico e privato che la Regione mette in campo. «Fino a ieri questo link non c’era» ha spiegato Bestetti. L’emendamento, presentato nell’ordinamentale di giugno-luglio e accolto positivamente dall’assessore Guidesi, è stato approvato dal consiglio regionale.

Storie di rinascita: Patrolline e Greslab
La tavola rotonda ha dato voce a due esperienze concrete di rigenerazione aziendale attraverso il modello cooperativo. Carolina Beretta, vicepresidente della Patrolline Group di Albavilla (CO), ha raccontato come l’azienda – dove era stata assunta nel 1986 – sia stata rilevata dai lavoratori nel 2015 per salvarla dal fallimento. La crisi del 2008 aveva creato gravi problemi finanziari e la sopravvivenza dell’impresa richiedeva il dimezzamento dei lavoratori, una scelta che causò forti tensioni con i sindacati. Oggi, però, sia il numero di dipendenti che il fatturato sono tornati ai livelli pre-crisi, e il know how sui sitemi antifurto per auto, eccellenza dell’azienda, non si è perso.
Antonio Caselli presidente della cooperativa che ha rilevato l’azienda, ha presentato la storia di Greslab, cooperativa nata nel 2011 a Sassuolo da un coraggioso workers buyout. I dipendenti dell’Optima S.p.a. (ex Ceramica Magica), azienda in chiusura, decisero di rilevare l’attività salvando competenze e conoscenze del distretto ceramico. Il loro risultato è stato impressionante: in 15 anni Greslab è passata da 30 a 92 dipendenti e da 4 a 23 milioni di euro di fatturato, investendo in tecnologie innovative per la produzione di piastrelle in grès porcellanato.
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