I ricami “da red carpet” arrivano da Gallarate
Jacopo Orsini racconta la storia della Orsini srls, azienda giovane ma con una storia che attraversa quattro generazioni, e che lavora con i più grandi nomi della moda
Un sapere che attraversa le generazioni e continua a reinventarsi diventando una nuova e innovativa azienda: è questa l’essenza della storia di Orsini SRLS, raccontata da Jacopo Orsini in un’intervista che si inserisce nel percorso di Materia d’Impresa, la rubrica di Varesenews dedicata alle eccellenze produttive del territorio.
Fondata nel 2014 da Jacopo Orsini insieme ai soci Linda e Gerardo, l’azienda rappresenta in realtà il quarto capitolo di una vicenda familiare iniziata all’inizio del Novecento. «Se seguiamo il DNA», racconta Orsini, «io sono la quarta generazione». Il DNA imprenditoriale affonda infatti le radici nel 1905, quando la bisnonna Angela Zibetti e la sua famiglia avviarono un piccolo ricamificio «Perchè suo papà non voleva che la figlia andasse a lavorare sotto padrone», dando origine a una tradizione che avrebbe accompagnato il tessile varesotto per oltre cent’anni. Da allora, il ricamo è diventato un linguaggio tramandato di generazione in generazione, capace di evolversi senza perdere il legame con l’artigianalità.
Oggi Orsini SRLS opera nel settore dei tessuti per moda e abbigliamento, con una specializzazione nel ricamo che si apre alla sperimentazione. «Lavoriamo nel tessile, ma partiamo dal ricamo per poi farlo evolvere e ibridare con altre tecniche, materiali e finissaggi», spiega Orsini. Il principio guida è l’ibridazione: tecniche tradizionali che dialogano con materiali inusuali, filati innovativi e finissaggi capaci di trasformare la superficie del tessuto. «Ci piace mettere un po’ i bastoni fra le ruote, alle macchine e anche agli artigiani», ammette, «perché dal non capire subito cosa succede spesso nascono le cose più interessanti». Un approccio che spesso mette alla prova macchine e lavoratori, ma che proprio da questa complessità trae risultati originali e riconoscibili.
Il mercato di riferimento è quello del prêt-à-porter di alta gamma. «Lavoriamo con clienti che capiscono il nostro prodotto e che se lo possono permettere», dice Orsini senza giri di parole, «perché il Made in Italy di qualità ha un costo». L’azienda lavora con marchi italiani e internazionali che scelgono il Made in Italy per qualità e valore creativo, raggiungendo Francia, Stati Uniti, Giappone, Corea e altri mercati globali. Non è una competizione sul prezzo, ma sulla qualità, sulla ricerca e sulla capacità di adattare il prodotto alle esigenze dei brand senza tradirne l’identità.

In un settore antico come il tessile, la tecnologia evolve lentamente. «Le macchine da ricamo sono sempre state prodotte da pochissime aziende, e oggi ne è rimasta addirittura solo una,, in Svizzera», osserva Orsini, «e non è un comparto che innova come l’automotive: spesso la vera sfida è creare qualcosa di nuovo con tecniche tradizionali». Le macchine da ricamo sono spesso le stesse da decenni, affiancate da strumenti più moderni come il taglio laser o il thermocut. La vera innovazione, per Orsini, sta nella capacità di scegliere il mezzo giusto per ogni lavorazione: telai storici degli anni Settanta e Ottanta convivono con macchinari più recenti, ciascuno valorizzato per le sue specifiche qualità.
Il cuore produttivo resta il Varesotto. «Tantissime persone non sanno che a Gallarate e dintorni si fanno ancora ricami di altissimo livello», sottolinea Orsini, «eppure molte delle cose che vediamo sulle passerelle o nei negozi di lusso nascono proprio qui». Accanto ai distretti di Como, Biella e Prato, Gallarate e il suo territorio continuano a essere un polo fondamentale del ricamo, anche se spesso invisibile al grande pubblico. Dietro le sfilate internazionali, le vetrine del lusso e i red carpet, si nasconde un sapere locale fatto di piccole imprese e artigiani varesotti altamente specializzati. E la Orsini lavora come un vero e proprio hub, coordinando una rete di collaboratori che custodiscono competenze uniche.
La sostenibilità è parte integrante di questa visione. «Cerchiamo di essere ossessivi, in senso positivo, sul riuso e sul riciclo», racconta Orsini, «Soprattutto nella gestione degli scarti tessili, che possono rientrare nella filiera invece di finire nell’indifferenziato». Dalla gestione degli scarti tessili al loro reinserimento nella filiera del riciclo, fino a progetti di upcycling e all’attenzione per l’economia circolare, l’azienda cerca soluzioni concrete per ridurre l’impatto ambientale. A questo si affianca un impegno sociale che si traduce nel sostegno a diverse associazioni e iniziative solidali.
Un capitolo speciale è quello del dialogo con l’arte che si traduce in un interessante progetto al Ma.Ga. «È un progetto che mio padre aveva avviato negli anni Settanta e che ho voluto riprendere», spiega Orsini, «portando le nostre lavorazioni tessili a dialogare direttamente con gli artisti contemporanei». Riprendendo un’idea già avviata negli anni Settanta, Orsini SRLS realizza edizioni d’arte su supporto tessile in collaborazione con artisti contemporanei. Tra queste, il lavoro con Enrica Borghi e la rilettura della sua celebre vetrata realizzata con materiali di recupero, oggi parte di un percorso espositivo legato al MAGA di Gallarate.
Il prossimo – e ultimo, prima delle vacanze di Natale – incontro di Materia d’Impresa è con Paolo Scuri di Modamò, una startup nata da studenti Liuc che permette di “provare in maniera digitale” i vestiti che si comprano on line. Appuntamento per giovedì 18 dicembre alle 14.30
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