Chiedeva massaggi all’alunno, maestro a giudizio per molestie
Il giovane insegnante di una scuola elementare del centro era conosciuto per il suo modo di vestirsi molto "casual" coi pantaloni calati sotto la vita e l'elastico degli slip in vista. In aula sfilano i testimoni
Dalla cattedra di una scuola del centro cittadino, al banco degli imputati. Un maestro elementare di Busto Arsizio è accusato di aver molestato un suo alunno. La vicenda risale al 2013 quando i genitori della presunta vittima hanno denunciato i comportamenti non proprio irreprensibili di un giovane insegnante di matematica.
All’uomo vengono imputati una serie di comportamenti “sopra le righe” nei confronti del minore al quale avrebbe chiesto – in diverse occasioni – dei “massaggi” durante le ore di lezione. Tali comportamenti, unitamente al modo di vestirsi decisamente sportivo, avrebbero indotto nell’alunno uno stress emotivo al punto che questi si rifiutava di prendere parte alle sue lezioni.
Il maestro, infatti, si presentava a scuola con i pantaloni col cavallo basso portati in maniera tale da mostrare senza alcuna preoccupazione l’elastico degli slip e – addirittura – i peli pubici. Il suo modo di vestirsi, il tatuaggio sul collo, l’abbronzatura artificiale lo rendevano certamente materia di commenti ed erano noti a tutti: preside, colleghi, genitori e bambini.
Quando il piccolo ha cominciato a raccontare il suo disagio ai genitori la vicenda ha cominciato ad assumere contorni diversi dalla chiacchiera tra mamme all’uscita di scuola, fino alla denuncia che ha fatto scattare l’indagine. Il magistrato, in un primo momento, aveva chiesto l’archiviazione ma il giudice per le indagini preliminari l’aveva rigettata chiedendo un approfondimento investigativo fino alla decisione di rinviare a giudizio l’insegnante.
Davanti al collegio, presieduto dal giudice Piera Bossi, sono chiamati a testimoniare genitori, colleghi e operanti che hanno condotto le indagini per capire come e fino a che punto il maestro “sopra le righe” si sia spinto nei confronti del suo alunno.
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secondo me si sta creando una “psicosi sessuale”: solo perché aveva pantaloni con il cavallo basso, non vuol dire che quell’insegante cercasse sesso da alunni molto (troppo) più giovani di lui.