La ferrovia Malpensa-Gallarate? “Non ci sono i numeri, rinunciate”
Legambiente lancia la petizione contro il nuovo tratto. Dario Balotta, responsabile trasporti: "Investite invece sul potenziamento della Milano-Gallarate"
«Faremo di tutto per non fa andare avanti questo progetto, che non ha senso ed è dannoso». Legambiente avvia ufficialmente la sua battaglia contro la realizzazione della nuova ferrovia Malpensa T2-Gallarate, il cui progetto di massima è stato messo sul tavolo da Sea, FNM e Regione Lombardia. Una presa di posizione che non va intesa come opposizione alle ferrovie: «Se c’è una esigenza ferroviaria prioritaria, è il potenziamento con nuovi binari della Gallarate-Milano: è lì che l’offerta è insufficiente e viene rifiutata a favore dell’auto» spiega Dario Balotta, responsabile trasporti del Cigno Verde, confermando la propria predilizione per questo progetto (espressa più volte, anche di recente).
Legambiente ha deciso di muoversi con «un esposto preliminare prima della VIA»: un documento articolato per presentare le criticità dell’opera, dal punto di vista ambientale e dell’utilità effettiva per i trasporti. «Riteniamo – spiegano – che sia un momento in cui ancora si possa intervenire per evitare l’opera, anche alla luce dei numeri che non giustificano un intervento del genere» spiegano i responsabili del circolo di Legambiente Gallarate, con Angelo Lovetti ed Emilio Magni.
Due sono le prospettive aperte dal nuovo progetto: una via (un po’) più breve da nord, dalla Svizzera; un nuovo collegamento con il Sempione verso Milano. «Il Vallese è un bacino limitato e comunque troverebbe più comodo in ogni caso andare a Ginevra» dice Federico Oppi, di Insieme per Difendere Somma, associazione ambientalista che si è accostata a Legambiente per questa battaglia. E la funzione di nuovo percorso verso Milano? «La domanda di traffico va tutta verso Milano. Ma Malpensa si arriva già anche attraverso il raccordo a Busto FS, quanti accessi dal Sempione si vuole creare?» chiede Balotta. E anche se si costruisse la nuova linea, ci si scontrerebbe con l’insufficiente capacità della attuale Milano-Gallarate, linea trafficatissima da ogni genere di treni, dai pendolini svizzeri ai merci, dai diretti per Domodossola ai suburbani che fermano in ogni stazione. Per questo Balotta ribadisce che per Legambiente «priorità» è proprio il potenziamento della Milano-Gallarate.
Per Legambiente i numeri e le condizioni generali non giustificano l’opera, anche a fronte dell‘importante sacrificio richiesto alla zona verde che divide gli abitati di Cardano al Campo, Casorate Sempione e Gallarate. Non convince neppure la necessità -citata da SEA ed FNM – di una riqualificazione arborea dei boschi: «o dicevano anche 15 anni fa, ma le piantumazioni sulla superstrada 336 si sono fermati alla zona tra T1 e T2».
Infine preoccupa «l’impatto in fase di cantiere sulla strada del Sempione, di cui non tutti sono consapevoli» (il progetto prevede lo spostamento della sede della Statale, perchè l’attuale tracciato alberato tra Gallarate e Casorate sarebbe occupato da nuovi binari).
Per Legambiente, insomma, l’opera non è prioritaria, nè giustificata ed è dannosa. «Se serve a dare appalti a socio minoranza FNM, Gavio, andiamoci piano. Con un costo di 30-44 milioni/km, l’opera non vale assolutamente per l’interesse generale, vale solo per il costruttore» conclude Balotta. Un riferimento duro, specie fatto ora che FNM è stata teatro di una nuova indagine (a carico di singoli dipendenti, dice la società) per tangenti.
Contestualmente Legambiente ha avviato una petizione per chiedere di rinunciare all’opera, che verrà diffusa nelle prossime settimane e che dovrebbe rimanere aperta fino alla fine dell’anno.
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