In marcia per i bambini senza diritti
Gli alunni della scuola Morelli hanno partecipato alle manifestazioni del 20 novembre dopo aver studiato le condizioni dell'infanzia nel mondo

Gli alunni della scuola “Luigi Morelli” hanno partecipato alla Marcia per i Diritti dei Bambini, lunedì 20 novembre in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Alla scoperta dei diritti”, “Manifestare per tutelare la propria infanzia e fanciullezza”, “Marciare gridando che noi bambini ci siamo e contiamo”, son stati gli slogan scanditi dagli alunni dopo averne discusso in classe della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che elenca quali sono i diritti che devono essere garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo: dal diritto alla vita, al cibo, alla casa, all’istruzione, alla salute, al gioco,… indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla lingua, dalla religione…
Nel mondo ci sono molte situazioni tristi e gravi dove i bambini e le bambine non sono al primo posto ma all’ultimo, piccoli che devono lavorare, bambini sfruttati per poco cibo, non curati, abbandonati: «Così – spiega la maestra Antonella Gallazzi a nome di tutti i partecipanti – proprio per loro, abbiamo deciso di manifestare, oggi 20 novembre 2017, ma non con una semplice sfilata davanti alla scuola ma camminando per le strade del quartiere, con tanto di cartelloni, slogan e il canto della Marcia dei Diritti dei Bambini per far sentire lontano la nostra voce. Siamo passati per le vie del quartiere dei Santi Apostoli dalle 14,30 alle 15,30 come da autorizzazione, accompagnati dagli insegnanti e dai genitori disponibili e supportati anche da una pattuglia della Polizia Locale. Abbiamo incontrato diverse persone incuriosite dalla nostra presenza e abbiamo fatto sentire la voce e il canto per i bambini del mondo senza diritti … Ma, a pensarci bene, un piccolo diritto manca anche a noi: quello di poter giocare, nella bella stagione, nel cortile della nostra scuola in sicurezza: è una richiesta che da anni facciamo alle autorità comunali, ma che non è stata ancora ascoltata».
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