Assolto l’editore accusato di usura
Era accusato di aver prestato soldi a strozzo richiedendo interessi con uno stratagemma diabolico

Un prestito da usura, con forti interessi. E un sistema diabolico per riscuoterli assieme al capitale: far emettere al debitore fatture, regolarmente pagate ma coi contanti che tornavano subito al mittente.
Un servizio inesistente, insomma, che un editore di free press varesino era accusato di aver messo in piedi per coprire, anzi far funzionare, un sistema di prestiti a strozzo, vale a dire con interessi da usuraio.
Era un processo in corso a Varese nella sua fase dibattimentale e conclusosi ieri – nonostante il doppio sciopero di avvocati e magistrati – con la decisione del collegio giudicante favorevole all’imprenditore: il fatto non sussiste.
L’editore, difeso dall’avvocato Stefano Bruno, aveva da sempre respinto le accuse, anche alla luce del fatto che la “vittima“ di questi prestiti a interessi spropositati lo denunciò il giorno successivo all’interruzione del rapporto lavorativo. Una tempistica sospetta, secondo il legale dell’imputato.
Il primo episodio delittuoso si sarebbe verificato a partire dall’aprile del 2005 mediante il prestito di 14.800 euro e la richiesta di riaverne indietro 18 mila col sistema della fatturazione finta: soldi consegnati all’autotrasportatore ma subito auto riscossi.
Altri tre furono i casi contestati, nel dicembre 2006 e nel gennaio 2008 e l’ultimo nel marzo 2009.
Fino a ieri: “Assolto perché il fatto non sussiste“.
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