Deturpato il monumento ai caduti nel cuore della montagna
Vernice gialla sui nomi scolpiti di tre soldati morti nel 1922 durante un’esercitazione. “Disprezzo e rabbia e indignazione“

Tra domenica pomeriggio e lunedì mattina. Con vernice gialla. E che ha sporcato la memoria di tutti. Poche cose, piccoli segni che anche nella montagna sono punti fermi per chi passeggia e fa visita ai luoghi sacri della natura contano come il “monumentino“ ai caduti poco sotto al Pian delle noci di Orino.
È un punto di riferimento ma anche un luogo della memoria che tutti in paese conoscono. Lo conoscono i ragazzini che salgono a farsi la notte in baita e i cacciatori, chi cerca funghi e gli appassionati delle passeggiate. Una lastra bianca, con un contorno grezzo di sassi nel cuore del bosco fra faggi e castagni: venne eretto dopo la morte di tre soldati avvenuta il 15 giugno 1922.
I vecchi del paese si ricordano quando l’esercito veniva da queste parti ancora prima dell’ultimo conflitto mondiale per fare “i campi“. Del resto non è mistero che pochi anni prima proprio in queste valli il genio militare realizzò le fortificazioni della Linea Cadorna. In una di quelle esercitazioni a fuoco, nella prima mattina di metà giugno di 98 anni fa una granata rimase all’interno del lanciabombe Stockes, da poco entrato fra gli armamenti pesanti dei reparti di linea durante la Grande Guerra, terminata solo pochi anni prima.
Tre militari addetti al pezzo – il caporale Giuseppe Montanari e i soldati Giuseppe Vedelago e Basilio Rizzon – morirono devastati per la deflagrazione, che investì anche lo Stato maggiore presente sul posto: diversi altri ufficiali rimasero feriti, un generale venne trafitto da una scheggia alla spalla. Lutto grande per tutto il paese: ci sono foto della piazza che nei giorni successivi si riempì di corone d’alloro per rendere omaggio ai caduti.

Omaggio oggi negato, ferita nella memoria e nei luoghi che hanno profondamente colpito la comunità di Orino.
I boschi di questo paese, davvero meravigliosi, furono teatro come si ricorderà pochi anni fa di un insulto simile, con la baita che si trova a poche centinaia di passi dal monumentino deturpato vandalizzata nell’arco di una notte.
Quell’ultimo dell’anno alcuni ragazzi decisero di fare una festa e lasciare disordine fra le antiche mura da poco ristrutturate dai volontari. Alcuni di loro si pentirono del gesto e rimisero tutto a posto nei giorni successivi, con scuse pubbliche, le stesse che si aspetta questa comunità dopo il gesto avvenuto nelle scorse ore.
Un vero e proprio scempio della memoria prima ancora che del paesaggio e che suscita «disprezzo e rabbia e indignazione da parte degli abitanti di Orino», come ha spiegato il sindaco Cesare Moia.
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