I lavoratori della Lascor bocciano il ciclo continuo
Nella consultazione proposta dal sindacato hanno prevalso nettamente i «No» (264 voti). L'intesa prevedeva un ciclo continuo di 4+2 (giorni compresi sabati e domeniche) a fronte di un aumento salariale di 300/400 euro
È finito con la vittoria dei «No» (264, mentre i «Sì» hanno collezionato 158 voti), il referendum sull’accordo relativo al ciclo continuo alla Lascor, azienda metalmeccanica di Sesto Calende specializzata nella fabbricazione di casse e bracciali per orologi. Il testo della consultazione, proposta da Fim-Cisl e Fiom-Cgil, chiedeva ai lavoratori se erano d’accordo con l’intesa che prevedeva «un ciclo continuo di 4+2 giorni (sabati e domeniche compresi ) a fronte di un aumento salariale di 300/400 euro per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti e nuove regole per la stabilizzazione dei precari».
Alla consultazione hanno partecipato 433 dipendenti, l’esito del voto comprende anche 9 schede nulle e 4 bianche.
Un risultato che aprirà sicuramente una riflessione all’interno del sindacato (la rsu si riunirà tra pochi giorni) perché la vittoria netta del «No» è un segnale chiaro di mancanza di solidarietà nei confronti dei lavoratori precari che, se l’intesa fosse stata approvata, sarebbero stati assunti. Il ciclo continuo, inoltre, riguardava solo la produzione a monte dell’azienda, per un totale di circa 60 lavoratori. È chiaro, a questo punto, che l’azienda potrebbe anche esternalizzare quella parte di produzione.
La Lascor, che fa parte del gruppo svizzero Swatch, è tra quelle realtà produttive che nonostante la crisi hanno investito sia in risorse umane che in macchinari. Il bilancio consolidato del gruppo ha fatto registrare nel 2011 un fatturato record pari a 7miliardi e 143 milioni di franchi svizzeri (+ 21,7% rispetto all’anno precedente) con l’aumento più consistente nel segmento orologi e gioielli (+26,1%).
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