Chirurgia estetica: per favore, solo risultati naturali
Il dottor Paolo Montemurro, specialista in chirurgia plastica, ci spiega cosa ci si dovrebbe aspettare da un intervento di chirurgia estetica e quali sono i rischi a seguito di operazioni troppo “aggressive”
Il risultato naturale, quello cioè che non si nota, dovrebbe sempre essere il vero obiettivo della chirurgia estetica. Il suo compito primario è infatti quello di rimodellare, ripristinare, ricreare le forme senza sconvolgere le fattezze di chi vi si sottopone
È molto importante fare proprio questo concetto prima di rivolgersi al chirurgo. Pensiamo ad esempio a una persona che ha preteso un naso troppo piccolo per il suo volto: si porterà a vita lo stigma del naso rifatto perché tutte le persone che incontrerà ne noteranno l’innaturalità. E si può certamente dire lo stesso di una donna “matura” che ha effettuato troppe iniezioni di tossina botulinica oppure si è sottoposta a un lifting eccessivo, perdendo del tutto la mimica facciale e riducendosi a una maschera grottesca. Oppure pensiamo ad un seno troppo grande, sproporzionato al corpo. Anche in questo caso, il marchio di innaturalità accompagnerà a lungo la paziente, che per rimediare dovrà necessariamente andare incontro ad altri interventi chirurgici. E cosa dire poi delle labbra spropositatamente grandi? Sono sgraziate, mancando completamente l’obiettivo di voluttà e sensualità alla base della decisione di sottoporsi al cambiamento.
Il chirurgo plastico, prosegue il Dottor Montemurro, può quindi “permettersi” di ritoccare ciò che la Natura ha creato, a patto di non stravolgerlo. Deve cioè rispettarne linee, proporzioni e volumi col fine di correggerne gli eventuali difetti senza strafare. Superare il limite é infatti come nascondere un’imperfezione creandone un’altra più grande. Alla stregua di un bravo make-up artist, lo scopo del chirurgo è ottenere il cosiddetto nude look: il trucco c’è, ma non si vede.
Al di là del mero risultato estetico, bisogna poi ricordare che i rischi della chirurgia plastica aumentano di pari passo con l’invasività dell’intervento. Tanto più grande è un seno o più piccolo è un naso, ad esempio, tanto maggiori saranno le complicanze a cui i pazienti potranno andare incontro, sia nel post-operatorio che oltre. Questo perché ogni parte del nostro corpo risponde a precise esigenze di scopo: il naso, ad esempio, ci serve per respirare. Il seno, se di dimensioni troppo elevate, peserà sulle spalle creando inevitabilmente dolori. Il chirurgo quindi non deve mai superare il limite oltre il quale l’estetica prevarica la funzionalità. Viceversa, il corpo non accetterà il cambiamento e cesserà di funzionare correttamente.
Sfortunatamente però, non tutti condividono queste evidenze e questa morale. Esistono chirurghi spregiudicati che si assoggettano del tutto ai desideri dei pazienti, esponendoli poi ad amari ripensamenti o anche a gravi problemi di salute fisica e psichica: il distorto desiderio di cambiamento, non dimentichiamolo, nasce spesso da un disagio interno.
Come difendersi da questi “yes men”, che antepongono i propri interessi a quello dei pazienti? Innanzitutto, rivolgendosi sempre e solo a Professionisti specializzati in chirurgia plastica: in Italia, purtroppo, qualsiasi laureato in medicina e senza nessun altro titolo di studio, può legalmente auto-definirsi chirurgo estetico. La verità é però che senza un rigido e certificato percorso di studi nessuno può né dovrebbe potersi improvvisare chirurgo plastico. A differenza di ogni altro, questi saprà prendere in carico i vostri desideri, restituendovi però un’immagine oggettiva della realtà. Egli saprà scremare i vostri sogni da quelle asperità che, se mal consigliate, a cose fatte potrebbero diventare incubi.
È proprio l’Arte del Buon Consiglio, conclude il Dottor Montemurro, che fa la differenza tra un Professionista a cui affidarsi e chi lucra sulle vostre debolezze. A differenza di questi ultimi, il chirurgo plastico ha ben chiara quale sia la missione di un medico: far stare meglio chi vi si affida. Ha quindi l’obbligo di dire no rispetto ad eventuali richieste lesive dell’immagine e della salute. Deve predisporre al ragionamento, mostrando da un lato gli angoli bui del percorso ideato dai pazienti e dall’altro la strada maestra, che conduce al miglior risultato possibile. Cioè quello naturale, che tutti sapranno apprezzare pur non notandolo.
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