Le tante sfaccettature di affido e accoglienza

Affiancamento e prossimità: famiglie che aiutano altre famiglie, riducendo il percepito di solitudine e contaminando il territorio di buone pratiche di convivenza e cittadinanza attiva.

Generica 2020

Il 7 di aprile il progetto FA.RE – Famiglie in Rete arriva a Luino. Un incontro aperto a tutte le persone interessate al tema dell’affido e dell’accoglienza, in ogni sua forma e modalità. Ci sono infatti tantissimi modi per dare una mano ad una mamma, ad un papà, ad un bambino o ad un adolescente; diverse possibilità per sostenere un nucleo familiare che sta attraversando un momento di difficoltà. Una di queste possibilità è quella dell’affiancamento familiare, una forma di aiuto volontario tra famiglie, che può concretizzarsi in cose anche molto semplici e “quotidiane”.

Come sempre ci piace parlarne con chi ha vissuto direttamente l’esperienza.

Laura, come sei diventata volontaria di prossimità? Come ti sei sentita durante i vari passaggi del percorso?

Avevo già sentito parlare di affiancamento e prossimità familiare ed era un tema che mi incuriosiva da tempo. Ho trovato il volantino di un corso informativo che si sarebbe tenuto nella mia zona e ho deciso di partecipare per saperne di più.

Al termine del breve ciclo di incontri mi è stato chiesto se fossi disponibile a proseguire ed io ho accettato. È capitato in un momento della mia vita in cui avevo bisogno di sentirmi utile: era il momento in cui “dovevo restituire ciò che avevo ricevuto”. Ho così seguito degli incontri più approfonditi con le operatrici del servizio affido, che hanno saputo ascoltare e tener conto delle mie esigenze. Questa fase iniziale ha rappresentato per me un’esperienza estremamente positiva poiché mi ha dato la forza di affrontare il percorso con più serenità.  

Cosa ha comportato questa scelta nella tua quotidianità? Hai dovuto in qualche modo ripensarla?

In qualche modo sì, però modificare abitudini e orari non è stato difficile anche perché la proposta fatta era coerente con le mie disponibilità e con il mio orario di lavoro; inoltre la famiglia che supporto è molto collaborativa e ci veniamo incontro reciprocamente.

Come si è concretizzata la tua esperienza di prossimità?

Ho iniziato con un impegno semplice: andare a prendere una bambina a scuola, tenerla qualche ora con me. Essere la sua compagna di giochi e fare i compiti insieme in attesa che la mamma tornasse dal lavoro. Poi il tutto si è evoluto e le esigenze sono diventate diverse, anche perché la ragazza è cresciuta ed i bisogni sono cambiati.  Ora la ragazzina frequenta le medie, io non sono più una semplice compagna di giochi, ma siamo diventate anche amiche.. amiche con la mamma. C’è uno scambio continuo con la mamma.

Puoi narrarci qualche episodio che ci faccia comprendere la ricchezza dell’esperienza che stai vivendo con questa ragazzina e la sua mamma?

Inizialmente giocavamo tanto insieme, questo è stato un modo per diventare un’amica adulta della ragazzina. Ora che inizia la pre adolescenza non mi chiede più di giocare, ma mi racconta quello che vive: ragazzini, scuola, difficoltà sia a scuola che in famiglia. Lo trovo molto bello. Ora, in questo momento storico così complesso, mi fa domande rispetto a ciò che accade. Abbiamo instaurato un rapporto in cui io sono l’amica adulta con cui lei cerca un confronto alternativo alla mamma, perché ha capito che io e lei abbiamo ruoli diversi. Poi mi dice la sua, quello che ha capito e mi tiene aggiornata sul mondo dei giovani.

La ricchezza sta nel fatto che, oltre ad avere un riferimento nelle ore in cui è sola, la ragazzina ha anche qualcuno con cui confrontarsi rispetto alle sue opinioni, in uno spazio dedicato a lei ed in cui può essere se stessa.

E il rapporto con la mamma?

È un buon rapporto: lei si confida, mi racconta del suo vissuto, dei suoi bisogni. Ci scambiamo le nostre opinioni rispetto alla figlia e ci mettiamo d’accordo sulla linea da seguire, lei come mamma, io come figura esterna.

A volte ci mangiamo una pizza insieme. Anche la sorellina piccola si affida a me. Ci chiamiamo “amici di famiglia”. Siamo un bel gruppo di donne.

Ripensando all’esperienza, cosa hai trovato più difficile rispetto a quanto avresti pensato?

A volte non condivido ciò che pensa o decide la mamma: su alcune piccole cose possiamo confrontarci, su altre lascio a lei la sua impostazione educativa, trovo sia giusto così. Veniamo da due “mondi” diversi e credo che momenti di sconforto o dubbio da parte di entrambe siano normali.  Poi cerchiamo una mediazione, anche perché ognuna ha il proprio ruolo e si cerca di starvici dentro.

Per concludere, cosa diresti a chi è interessato e si sta chiedendo se buttarsi in questa esperienza?

Ho compreso che anche con semplici piccoli gesti si può dare una mano. È un’esperienza che, se si sente nelle proprie corde, è da fare. Il rapporto di fiducia reciproca che abbiamo costruito insieme in questi anni è per me importantissimo. Direi che c’è tanto da dare, richiede tempo ed energia, ma si riceve molto. Io sento di avere un’altra famiglia e questo mi fa sentire meno sola e una donna più completa.

Se siete curiosi e volete saperne di più, il Progetto FA.RE. – Famiglie in rete, il Comune di Luino e la Cooperativa L’Aquilone vi invitano all’evento “Alla scoperta dell’affido”, giovedì 7 aprile alle ore 18.00 presso la Sala di Palazzo Verbania a Luino (VA).

Per iscriversi è necessario inviare una email a fa.re@vallidelverbano.va.it.

Famiglie in Rete – DGR 2315 del 2019 – Sperimentazione interventi e servizi per la famiglia

Progetto finanziato con il contributo di Regione Lombardia – ATS Insubria capofila del progetto

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Pubblicato il 31 Marzo 2022

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