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Tutto il bello della scuola, la provocazione lanciata dal Liceo Sacro Monte di Varese che si presenta attraverso le parole del suo preside, il Professore Marco Pippione

liceo sacro monte

Vieni&Vedi… Tutto il bello della scuola, è la provocazione lanciata dal Liceo Sacro Monte di Varese ai ragazzi e alle ragazze che devono scegliere quale sarà il percorso di studi e di vita che li accompagnerà all’esame di maturità.
Abbiamo fatto una chiacchierata con il dirigente scolastico, Professor Marco Pippione, preside della scuola da 11 anni, una scuola paritaria che ha tre corsi liceali: classico, scientifico e delle scienze applicate.

Professor Pippione, quali sono i principi ispiratori del liceo?
Il nostro è un liceo di ispirazione cristiana ma non è una scuola confessionale: tutto parte da un’idea positiva dell’uomo e sull’uomo, da uno sguardo che vuole conoscere la realtà per gustarla di più, una sguardo che sottintende che vale la pena vivere.
Attraverso la nostra scuola vogliamo guardare ai ragazzi e alla realtà con simpatia e con l’attenzione ad approfondire anche gli argomenti di attualità, in un mondo in cui sembra sempre più difficile vivere.

Quali sono le difficoltà principali che incontra nel suo ruolo educativo?
Oggi la difficoltà principale sta proprio nell’aria che si respira. Anni fa si respirava un’aria meno pesante ed è come se le domande e i desideri di fondo che ogni persona ha, e che sono ancora più evidenti nell’adolescenza, oggi fossero ricoperti da una crosta fatta di messaggi ambigui per cui le questioni serie sembrano siano da rimandare all’età adulta per cui ai giovani non rimane che il divertimento, le sensazioni, lo sballo…
I ragazzi di oggi vivono le fragilità del mondo adulto, fatto di confusione, incertezza e fragilità. Eppure i ragazzi chiedono solo una cosa; incontrare adulti-adulti, uomini e donne vere. Loro sono spugne, assorbono tutto e sono inflessibili nel seguire e impegnarsi solo se vedono che sei uno che crede davvero in quello che dice, propone e fa, si tratti di principi educativi oppure di Dante, di Aristotele o delle disequazioni di secondo grado.
Inoltre, rispetto a quando 35 anni fa ho iniziato ad insegnare, c’è un mondo pressoché parallelo a quello reale, un mondo virtuale o quantomeno assai filtrato dalla tecnologia e dall’informatica che spesso allontana i ragazzi dalla realtà, li anestetizza, proiettandoli in un’esistenza parallela e per noi adulti difficile da intercettare, con cui non è facile entrare…
Il nostro compito è quello di fare loro delle proposte, dare loro la possibilità di vivere delle esperienze belle, autentiche e reali che abbiano un valore esponenziale nella loro vita e crescita.
Al Liceo Sacro Monte lo facciamo senza mai dare per scontato le cose, credendoci e dando le ragioni di ciò che proponiamo, attenti ad ascoltare le ragioni dei ragazzi. La minestra riscaldata e i formalismi qui restano fuori dai cancelli della scuola.

Cosa fa la scuola nei confronti della tecnologia?
Per un anno ai nostri insegnanti è stata offerta la possibilità di utilizzare un tablet, obbligatoriamente come registro elettronico e liberamente a scopi didattici: per curiosità ed imitazione, al termine del periodo sperimentale, anche chi era all’inizio più scettico ne ha colto le positività e le grandi potenzialità.
In seguito abbiamo partecipato a un progetto ministeriale che abbiamo vinto e abbiamo quindi avuto la possibilità di fornire un tablet in modo gratuito a tutti gli studenti.
Personalmente ci tengo a specificare che il tablet in sé è uno strumento molto utile e fino a che i ragazzi sono a scuola, siamo noi insegnanti a decidere quando possono e devono usarlo, mentre a casa la questione è di competenza delle famiglie.
A scuola ci impegniamo a insegnare come utilizzare al meglio la tecnologia e annualmente organizziamo anche uno o più incontri con agenti della polizia postale perché i nostri studenti non conoscono realmente i pericoli (anche in termini di illegalità) insiti nell’uso più o meno compulsivo delle nuove tecnologie: abbiamo notato che nel momento in cui gli agenti parlano di Facebook tra gli studenti cala un silenzio di tomba, “assordante” che ci fa capire quanto loro stiano riflettendo.
La scuola non può farsi carico di tutto, ma non può fare finta che i ragazzi non vivano quotidianamente tra nuove e vecchie dipendenze. A tale proposito, la nostra scuola collabora con l’Associazione Dianova di Garbagnate Milanese con cui svolgiamo percorsi di approfondimento sulle dipendenze. Dianova propone questionari rigorosamente anonimi da cui emergono alcune questioni e prevede almeno due interventi mirati, classe per classe, in forma dialogata coi ragazzi. Poi, siccome è importante condividere queste cose anche con i genitori e con gli insegnanti, la scuola organizza una serata di “restituzione”: ci rendiamo conto che in molti studenti conoscono soggetti a rischio dipendenza (da alcool o droga) e che vedono cose che a noi adulti sfuggono. I ragazzi poi vengono accompagnati a visitare una comunità di recupero per metterli a confronto diretto con gli ospiti della comunità, ex tossici o gente che per droga è stata in galera.
Siamo consapevoli che tutto quanto facciamo non basta, ma riteniamo con ciò di svolgere un’azione in alleanza con le famiglie, tesa a contribuire all’educazione di stili corretti di vita.
Mi viene in mente quando abbiamo proposto un corso di primo soccorso in collaborazione con la Croce Rossa dei Varese e i ragazzi ci hanno stupiti per la loro voglia di parteciparvi. Oltre 100 studenti si sono impegnati a frequentare il corso, distribuito su quattro pomeriggi. È stata un’esperienza che li ha posti di fronte a situazioni reali, offrendo loro strumenti e conoscenze per poter essere utili anche ai propri amici in caso di necessità.

Tornando agli Open Day che avete in programma nei pomeriggi di domenica 29 novembre e domenica 13 dicembre, cosa si devono aspettare ragazzi e genitori?
Credo ci siano due aspetti fondamentali da tenere in considerazione quando parliamo di open day. Il primo sta nel lavoro che la scuola media svolge nel tempo con i propri studenti. Poi è importantissimo il ruolo delle famiglie, ognuna con le sue attese, che non è detto coincidano con il giudizio orientativo della scuola. Gli open day diventano quindi una bella occasione per andare di persona a vedere, sia per i genitori, soia soprattutto per i ragazzi (per i quali è la prima vera opportunità di vedere-domandare-pensare per potere scegliere). Venite dunque a vedere la nostra scuola, ma coerentemente dico anche di andare a vederne altre! Parlate con studenti più grandi che frequentano questa o quella scuola, con docenti, dirigenti scolastici, genitori. E’ un’occasione importante, ripeto.
La scuola, e non lo dico solo perché sono preside, è veramente una bella cosa, un’esperienza che ha dentro la vivacità dei ragazzi che, negli anni del loro percorso formativo, madre natura apre al mondo. La scuola per me è un mondo bellissimo fatto di rapporti e io per primo cerco di trasmettere attraverso la scuola che dirigo, qualcosa di bello, che parta anche dalla cura degli ambienti dove i ragazzi si trovano a trascorrere buona parte delle loro giornate.
Vorrei che gli anni trascorsi al Liceo Sacro Monte lasciassero nella memoria dei ragazzi e delle loro famiglie la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza di bellezza, una bellezza che sappia essere attrattiva e che faccia uscire dal torpore, una bellezza che sia anche una provocazione continua e una fonte di ispirazione e di crescita personale. La scuola è una grande opportunità e diventa tale quando i ragazzi la vivono da protagonisti, impegnandosi in prima persona. Da noi chi arriva ripetutamente in ritardo viene invitato a raccogliere le cartacce lasciate in giro dai suoi compagni, per essere responsabilizzato da un lato ad essere più puntuale – evitando di disturbare le lezioni già iniziate -, dall’altro ad imparare a tenere pulito il luogo dove si vive. Durante le giornate di primavera del FAI – per fare un altro esempio – i nostri ragazzi sono invitati a vivere l’esperienza di essere guide e studiano per vivere quella giornata da protagonisti, con la consapevolezza che studiano non per l’interrogazione, ma perché si troveranno di fronte a dei perfetti estranei e dovranno mettere in gioco la propria persona, le proprie conoscenze, le proprie competenze.
Durante i nostri open day vogliamo sottolineare che nei cinque anni che i ragazzi trascorrono qui, vengono accompagnati in una crescita umana e culturale a 360 gradi.
Sappiamo che genitori e ragazzi arriveranno agli open day con delle domande e noi vogliamo condividere con loro le cose in modo chiaro.
Il Liceo Sacro Monte ha un’ipotesi culturale, didattica, educativa e una metodologia condivisa fra tutti i docenti e chi dirige. Noi tutti che ci proponiamo come educatori di questi ragazzi, andiamo insieme verso una direzione, senza mai perdere di vista l’importanza di fermarci e di verificare il nostro operato per capire cosa funziona e cosa no, perché crediamo in quello che facciamo.

di
Pubblicato il 23 Novembre 2015

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