Ciao Ettore

Martedì sera è morto Ettore Masina. Giornalista, parlamentare e scrittore è stato un punto di riferimento per tanti cattolici. Il ricordo del direttore Marco Giovannelli legato a lui da profonda amicizia personale

Ettore Masina

Avevo 15 anni quando ho incontrato Ettore Masina per la prima volta. Lo ricordo come ora. Avevo letto un suo breve articolo che parlava del Brasile sul giornale degli scout. Gli scrissi senza sapere chi fosse e lui mi rispose subito dandomi appuntamento alla Rai in via Teulada. In quel periodo non c’erano le email, stiamo parlando del 1974, e quindi ci si scriveva con carta e penna.

Scoprii solo allora che era un giornalista importante. Una persona eccezionale che, incurante della mia giovanissima età, mi incitò a conoscere le cose e poi a mettere a disposizione il mio tempo per alcuni progetti. Erano anni di grande fermento e c’era la convinzione che avremmo cambiato il mondo partendo proprio dalle realtà più lontane.

Iniziai a seguire la Rete Radié Resh fondandone con Carlo Galeotti e altri amici un piccolo gruppo a Viterbo. Le sue lettere mensili erano per me adolescente un punto di riferimento. In breve tempo Ettore divenne per me un vero padre spirituale. Non era più solo il personaggio pubblico, il giornalista della Rai, lo scrittore e, poi per un breve periodo, anche il politico. Ettore era ed è una persona a cui sono legato da profondo affetto.

Per una serie di vicende come quelle che capitano nella vita, nel 1978 mi trasferii a Varese. Doveva essere una breve esperienza e alla fine sono ancora qui. Non sapevo ancora nulla della sua storia personale. La prima cosa che fece Ettore fu consigliarmi di andare a trovare la sua mamma che allora era ancora viva e viveva in centro città. Oltre a lei frequentai per tanto tempo il gruppo varesino della rete Radié Resch guidato da Renata Spinella. Poi a lui tornò in mente un incontro per lui significativo con i giovani dello Scadaglio ad Albizzate. La ricerca di quel gruppo fece nascere la mia conoscenza e da lì la profonda amicizia con Gigi Bassani.

La rete delle conoscenze si estese incredibilmente a tutta la famiglia. Prima Dario Cecchin, che più avanti sarebbe diventato segretario organizzativo delle Acli, e sua moglie Maria, nipote di Masina. Da lì Giacomo e Marta, che ha fatto nascere la mia primogenita, per passare a Chiara e al resto della famiglia compresi molti dei loro figli a cui mi lega un vero affetto.

È una storia che oggi mi torna tutta con energia. Una storia fatta di ricordi intimi privati, come la notte tra il 25 e 26 maggio del 1992 che avrebbe portato alla luce la “mia” Sara, ma anche di tanti incontri pubblici in giro per l’Italia. L’ultima volta che ci siamo visti è stato Natale del 2015. Una festa e un’emozione che ancora oggi mi riempie il cuore.

Sul mio comodino ho ancora il suo ultimo libro, Il bufalo e il bambino. Sono poesie che ho letto e riletto. Gli avevo promesso una recensione e, come tante altre volte, non ho mantenuto l’impegno. Oggi ogni scusa è inutile, ma lui capirebbe e mi sgriderebbe lo stesso come quando passava troppo tempo senza sentirci e mi diceva che non gli volevo più bene. Sapeva che non era vero, come sapeva che mi faceva arrabbiare quando si preoccupava troppo della mia salute. Era un affetto vero e profondo e oggi capisco quanto mi mancheranno le sue parole.

A Varese in pochi lo sanno, addirittura tra gli stessi protagonisti, ma è grazie anche ad Ettore Masina che esiste Varesenews.

Il primo giugno scorso, giorno della partenza del mio ultimo viaggio in Nicaragua, paese a cui Ettore era stato legato come tanti dagli anni Ottanta, avevo scritto un post che parlava di lui e che potete leggere qui di seguito.

Grazie di tutto Ettore.

 

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Giugno 2017
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