Julia Ituma, il messaggio di monsignor Delpini ai funerali: “Vicino in questo momento di strazio”
L'Arcivescovo ha inviato una lettera a don Ivan Bonini, letta durante la celebrazione: «Preghiamo per Julia e celebriamo la Pasqua. Sia di consolazione per la famiglia trafitta da un dolore troppo grande e ingiusto»

Si sono celebrati questa mattina – martedì 18 aprile – i funerali di Julia Ituma, la pallavolista di 18 anni morta giovedì scorso a Istanbul dopo una partita di Champions League disputata nella città turca dalla Igor Gorgonzola Novara. La funzione religiosa, presieduta da don Ivan Bellini, si è svolta nella chiesa di San Filippo Neri alla Bovisasca, la parrocchia dove “Titu” iniziò a giocare.
All’inizio della funzione, è stato letto un messaggio di cordoglio inviato dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ha voluto esprimere la propria vicinanza a tutte le persone colpite dal lutto per la morte di Julia.
«Caro don Ivan,
desidero esprimere la mia vicinanza e la mia condivisione in questo momento di strazio e di smarrimento che i familiari, le amiche e gli amici, e tutta la comunità vivono per l’enigma incomprensibile della morte di Julia. Si affollano domande, inquietudini, sensi di colpa che si accompagnano a ricordi lieti, memorie di imprese entusiasmanti.
Viviamo insieme il dramma di renderci conto che la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità e la morte misteriosa, incomprensibile e imprevedibile, ha stroncato il desiderio di diventare adulti per una vita desiderabile».
«Non sappiamo che cosa ha vissuto Julia. Sappiamo che cosa vuole Gesù: che tutti siano salvati, che tutti siano amati dall’amore invincibile di Dio. Gesù è morto crocifisso dell’incomprensibile crudeltà della gente, è disceso agli inferi per rivelare che non c’è abisso di male che non sia visitato dal desiderio di Dio di rendere felici.
Con questa certezza preghiamo per Julia e celebriamo la Pasqua: ne venga la consolazione per la famiglia e coloro che sono trafitti da un dolore troppo grande e troppo ingiusto e per tutti ci sia un invito a tenere fisso lo sguardo su Gesù, che è la parola persuasiva che invita a vivere, a vivere bene, a vivere per portare a compimento la propria vocazione e a non disperare mai».
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