Etereo ed energico, applausi a scena aperta per Battiato
Il cantautore siciliano ha incantato il teatro Gassman con un concerto che ha ripercorso il suo nuovo album di omaggi "Fleurs 2". Non sono mancati i cavalli di battaglia. Ad accompagnarlo un quartetto d'archi, un piano e un sinth
Delicato, etereo ma anche energico e visionario. Franco Battiato è così e nel continuo mutare dei suoi stili e delle sue musiche questi quattro aggettivi continuano a essere compresenti. Davanti ad una platea che attendeva da mesi il suo arrivo, i biglietti erano esauriti da tempo, il cantautore siciliano non ha deluso le aspettative con un concerto durato oltre 1 ora e mezza.
A suo agio sul palco del Gassman Battiato ha regalato perle musicali accompagnato da un pianoforte, un quartetto d’archi e un sintetizzatore per i momenti di maggiore effetto. Con Fleurs 2 Battiato omaggia la musica italiana ma anche quella europea e sul palco suonano le melodie di Sergio Endrigo con "Era d’Estate" oppure quelle di Demis Russos con una bellissima "It’s five o’clock" fatta di violini magici. Toccante il tributo a Fabrizio De Andrè con una versione di "Inverno" nel decennale della sua scomparsa, tributo nato da una performance da Fabio Fazio in una puntata speciale di "Che tempo che fa" proprio dedicata al poeta Faber: «In molti hanno chiesto di inserirla nella scaletta – ha detto Battiato con un filo di emozione nel ricordare l’amico – e io l’ho fatto». Scorrono veloci tra aneddoti e battute "Mesopotamia", scritta per Gianni Morandi e Lucio Dalla; l’incredibile esperienza dell’Eurofestival con Alice è contenuta ne "I treni di Tozeur" e "il Carmelo di Ercht", scritta in memoria della deportata Edith Stein, "sperando che al vescovo Lefreviano torni la memoria" – ha ricordato il cantautore in merito alla vicenda del religioso che aveva bisogno di prove per l’esistenza delle camere a gas durante il nazismo.
Nel cuore di Battiato c’è molta Francia con "et Maintenant" di Gilbert Bècaud e poca, forzata, Inghilterra: «Non amo molto la lingua inglese – racconta – preferisco a volte il latino. Ultimamente ho dovuto cedere e impararlo». Così suona "Bridge over a troubled water" di Paul Simon e Art Garfunkel e "Sitting on the dock of the bay" di Otis Redding. Tra le riletture Battiato piazza anche pezzi di una vita passata come "Sequenze e frequenze" brano che aveva portato a Londra in tournè a metà degli anni ’70 all’interno di un festival di musica progressive europeo: «In Italia ero l’unico a fare musica sperimentale allora – ha raccontato divertito – e chiamarono me per rappresentare quel tipo di musica. Dalla Germania venivano i Tangerine Dream, per farvi capire il parallelo. Durante la mia esibizione il pubblico si divise tra chi mi voleva mandare a casa e chi mi chiedeva di continuare. Decisi di scendere dal palco e andarmene, sono fatto così». A quel punto il sintetizzatore spinge al massimo sparando suoni ancora in grado di stupire anche gli appassionati di musica elettronica (come chi scrive, ndr) con suoni modernissimi a trentacinque anni di distanza. Non potevano mancare, in conclusione dello splendido concerto, "L’era del cinghiale bianco", "La Cura" e, con il bis, "Caffè de la Paix".
La stagione della Fondazione culturale gallaratese ha fatto ancora una volta, inesorabilmente, centro portando un grande artista italiano ed europeo sul palco del teatro gallaratese.
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