L’ultimo saluto a Patrizio tra dolore e rabbia

Il parroco lancia un monito ai giovani: «Basta scegliere modelli violenti dalla tv allo stadio». Commozione di tutti alle parole di un'amica della Protezione Civile

La chiesa di San Gaudenzio gremita ha accolto il feretro di Patrizio Castiglioni, oggi martedì 10 febbraio a 4 giorni dal quel tragico venerdì in cui da un banale motivo è scaturita la follia omicida di Mario Fiordimondo che come un uragano si è abbattuta sul povero Castiglioni. La bara al centro, davanti all’altare con sopra una divisa della protezione Civile, alla sinistra tutti i colleghi di Fagnano in divisa e a destra i parenti con la moglie e i due figli. Tra le lacrime incessanti per una morte assurda sono risuonate per prime le parole di una collega della Prociv di Patrizio la quale ha dipinto l’uomo come un vero cittadino benemerito della città per il suo impegno e per la sua capacità di risolvere ogni situazione con la pragmaticità di un vero volontario.

A seguire sono state le parole di don Giorgio Basilio a cercare di riscaldare le anime intorpidite dal troppo dolore per una perdita fondamentale sia nella sua famiglia che in quella della comunità fagnanese: «Mettiamo in cima il pensiero di Dio – ha detto don Giorgio – di fronte ad gesto di violenza inspiegabile. Non lasciamo che l’istinto dell’uomo più bestiale venga ancora fuori». Don Giorgio indica la strada soprattutto ai giovani: «Uscite dalla logica della violenza che ogni giorno si diffonde dallo stadio alla televisione – ha ricordato il parroco – La società moderna ormai sembra non scandalizzarsi più di fronte a quello che non è il primo fatto di sangue che colpisce la zona».

Al termine della cerimonia i colleghi volontari di Patrizio hanno portato a spalla la bara dell’amico compianto fino all’auto dell’impresa funebre e si sono schierati ai lati facendo un’ala protettiva attorno ai colleghi che lo trasportavano. Un amico non trattiene lo sfogo e nella piazza l’urlo "maledetto assassino", rivolto al giovane ora in carcere, aggiunge tensione ad un momento già di per sè difficile. Il corteo è poi giunto al cimitero di Fagnano, dove il feretro è stato tumulato. I suoi amici gli sono stati accanto fino all’ultimo e hanno sostenuto attivamente con le loro divise l’intera famiglia al seguito del carro funebre, distrutta al dolore e ancora colma di rabbia di fronte alla mano senza pietà che ha colpito alle spalle il loro povero caro.

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Febbraio 2009
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