Tornano le produzioni in lingua originale di Palkettostage

“Animal Farm”, il capolavoro di George Orwell, a teatro in lingua inglese. Lunedì 9 marzo al Teatro Delle Arti di Gallarate e venerdì 13 marzo al Cinema Teatro Nuovo di Varese

L’antropologo e filosofo francese Georges Bataille scrisse: «Sembra che si possa cogliere il male, ma solo nella misura in cui il bene può esserne la chiave. Se l’intensità luminosa del Bene non concedesse la sua tenebra alla notte del Male, il male non avrebbe più la sua attrattiva».
Bene e male, una delle dicotomie più indagate dal pensiero umano: da una parte ciò che viene considerato eticamente degno, dotato di valore morale e per questo desiderabile, dall’altra il suo opposto, il male, sia esso fisico, morale e anche radicale, inteso come naturale inclinazione al Male. Per la stagione 2008/2009, la proposta teatrale di Palkettostage intende approfondire questo tema, e tra gli spettacoli, propone anche il capolavoro di George Orwell, “Animal Farm”, romanzo molto suggestivo e poco rappresentato a teatro.
 
Pubblicato nel 1944 (Orwell cominciò il romanzo nel 1937) “Animal Farm” è una sorta di favola in chiave moderna, sull’esempio di Esopo e Fedro. Le evidenti allusioni politiche – l’opera è una allegoria della Rivoluzione Russa e la denuncia dell’utopia comunista – crearono qualche problema alla pubblicazione del romanzo che tuttavia, superate quelle prime difficoltà, ottenne poi un grande successo. Oggi, al di là delle etichette politiche, il romanzo di Orwell resta una delle più interessanti riflessioni su temi come il potere e la corruzione che può derivarne, il concetto di bene comune e quello di bene personale che, quando si trasforma in cieco egoismo, diventa male generalizzato.
 
Alla Manor Farm, gli animali maltrattati e sfruttati dal fattore Jones sognano di poter essere liberi e artefici del proprio destino, senza le interferenze dell’uomo. Sotto la guida dei maiali, si organizzano e con una rivolta violenta scacciano il fattore, impossessandosi della fattoria; per un certo periodo, seguendo alcune semplici leggi di rispetto e libertà, gli animali lavorano e vivono serenamente gli uni al fianco degli altri, ma presto emerge tra loro una nuova classe di burocrati sfruttatori che conquistano il potere e con la forza riducono i compagni alla schiavitù, in modo non diverso da quanto avevano fatto gli uomini, come sottolinea l’autore che conclude così: “le creature fuori guardavano dal maiale all’uomo, dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra due”.
 
L’adattamento scenico di Palkettostage preserva tanto la semplicità della storia narrata, quanto l’asciuttezza e la linearità stilistica della scrittura di Orwell, da cui trae spunto per gag comiche e battute divertenti, senza mai perdere di vista i molti temi educativi, come quelli che emergono dai precetti dell’ “Animalismo”, la filosofia seguita dagli animali della fattoria.
Anziché ricorrere a facili travestimenti, magari attraverso l’ausilio di maschere, il regista Johnny Kemp preferisce dotare gli attori di essenziali e suggestive sagome di stoffa e cartapesta che vengono indossati sopra anonime salopette da lavoro blu e maglioncino scuro.
 
Questa soluzione costumistica permette al personaggio di essere immediatamente riconoscibile dal pubblico, e all’attore che lo interpreta di utilizzare anche il proprio volto con tutto il suo potenziale espressivo. A ciò, gli attori associano posture fisiche che rimandano immediatamente a quelle animali, grazie anche a stampelle appositamente rivisitate con cui simulano le zampe anteriori delle bestie.
Le soluzioni interpretative adottate da Palkettostage sono antirealistiche e insieme profondamente evocative; un’idea che trova perfetta corrispondenza anche nell’allestimento scenografico: i pochi oggetti in palcoscenico appartengono tutti al mondo rurale o agricolo – dallo spaventapasseri alle balle di fieno, dalla piccola cancellata alla scala di legno- ma all’occorrenza si trasformano in qualcos’altro, e così un semplice stendibiancheria diventa un’imponente mulino. La musica – suonata dal vivo dagli interpreti – le luci e l’immaginazione dello spettatore completano la trama di questo poetico e rigoroso gioco teatrale.
 
Palkettostage-International Theatre Productions rappresenta una realtà ormai nota e in costante crescita su tutto il territorio nazionale. Attiva dal 1985, si fonda su un’esperienza più che ventennale nella produzione e distribuzione di spettacoli in lingua originale inglese, francese e spagnola.
 
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Animal Farm
di George Orwell
regia di Johnny Kemp
produzione Palkettostage
teatro in lingua inglese
 
Gallarate, Teatro Delle Arti – Via Don Minzoni, 5
Data: lunedì 9 marzo 2009
Inizio spettacolo: ore 10,30
 
Varese, Cinema Teatro Nuovo – via dei Mille, 36
Data: venerdì 13 marzo 2009
Inizio spettacolo: ore 9,15
 
Utenza: triennio superiore
Durata: 2 ore circa (al termine della rappresentazione incontro tra attori e studenti)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Marzo 2009
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