“Il corpo del capo” è mio e lo gestisco io
Marco Belpoliti nel suo libro ci consegna un ritratto di Berlusconi da cui non si potrà prescindere nei futuri approfondimenti storico-politici

Se nel 2003 Paul Ginsborg si cimentò nell’impresa di tratteggiare i caratteri più profondi del berlusconismo nell’epoca della democrazia mediatica, Marco Belpoliti con “ Il corpo del capo” (Guanda) ci consegna un ritratto di Berlusconi da cui non si potrà prescindere nei futuri approfondimenti storico-politici.
“ Il corpo del capo” è infatti nel suo genere un piccolo capolavoro, in quanto Belpoliti non solo prende lo spunto da una puntuale serie di fotografie che incorniciano e ripercorrono i vari momenti della vita di Berlusconi, ma diparte nelle sue riflessioni da una comparazione con la figura di Benito Mussolini.
Come il Duce «vistava le fotografie approvate con una M sul retro prima della pubblicazione», Silvio Berlusconi dispone di un fotografo personale «ed è attraverso le fotografie che vuole trasmettere e perpetuare l’immagine di sé».
Ed è proprio nel rapporto corpo-consenso che emergono i tratti comuni tra Mussolini e Berlusconi: se per il primo è l’adunata in piazza che permette il contatto fisico con il popolo, per il secondo è la piazza televisiva che ne amplifica la presenza fisica e la penetrazione del messaggio.
Non solo Berlusconi è un attore consumato, ma avendo come modello quello della star cinematografica, la sua capacità di sedurre, simulando, si fonde con l’esaltazione del presente,
inteso quale un “ edonismo del benessere, del consumo, del confort.”
Cioè quel “ Berluscottimismo” , come ha plasticamente definito la cultura di massa, o meglio la sub-cultura del nostro paese, lo storico inglese Stephen Gundle. Proprio perché la televisione garantisce la produzione di uno spazio simulato e la pubblicità è l’arma ideologica che Berlusconi non fa mistero di utilizzare come una clava ad ogni istante, egli è il politico che al contempo alimenta l’antipolitica e che promuove se stesso mediante l’uso di sondaggi fatti su misura.
Capacità nel saper coinvolgere il pubblico e manipolazione dei segni sono i fattori su cui si fonda la sua brama di potere, nella consapevolezza, come sostiene argutamente Belpoliti, che vi è «una inclinazione mitopoietica» nazionale nel creare continuamente miti, per poi successivamente abbatterli.
L’irriverenza del libro di Belpoliti sta proprio nella convincente demistificazione della politica dell’immagine e del sorriso di Silvio Berlusconi e nell’introduzione nel capitolo finale del tema rimosso e dissacrante della morte e della degradazione del corpo.
Ovvero di quel grado zero di ogni corpo, immagine e identità, perché “ prima o poi, il tema della verità di sé arriva per tutti governati e governanti, umili e potenti, gregari e capi”.
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Marco Belpoliti
“Il corpo del capo”
Pagg.153
€ 12,00
Edizione Guanda
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