Il gesto dell’ombrello
L'acqua caduta all'interno del palaghiaccio ha riproposto, per l'ennesima volta, la questione degli impianti sportivi di Varese. Vecchi, malandati e senza soluzioni per il futuro.
Chissà se gli arbitri chiamati a dirigere Italia-Repubblica Ceca ai Mondiali di hockey in line di Varese, alle consuete segnalazioni di gioco (dal “gancio con bastone” alla carica irregolare e così via) hanno adottato da lunedì sera una nuova indicazione: il gesto dell’ombrello.
Se non lo hanno fatto, si adeguino in fretta, perché chi frequenta il palaghiaccio di via Albani conosce bene la scarsa tenuta della copertura dell’impianto, nato nel 1977 e da tempo alle prese con problemi di pioggia interna.
Un problema che il palAlbani condivide con gli altri principali impianti sportivi cittadini. Si dirà: allo stadio piove per forza, visto che il campo è all’aperto. Vero, ma per non farci mancare nulla, l’acqua penetra regolarmente anche nella veneranda tribuna stampa, quella con i vetri incrostati e le panche che hanno visto il Varese in Serie A e magari pure le gesta di Franco Ossola, il campione deceduto a Superga cui è intitolato lo stadio di Masnago. Che, per inciso, ha tali e tanti problemi da riempire un libro.
È all’aperto anche il Levi di Giubiano: un solo campo vetusto per una decina di squadre di rugby, ma forse il Comune – proprietario della struttura – in questo caso pensa di dare una mano ai rudi atleti della palla ovale, dando loro un campo di sabbia che li fa più eroi brutti, sporchi e cattivi e per questo più spaventosi verso gli avversari.
Piove anche al PalaWhirlpool e questo lo fanno notare ogni volta gli addetti della Pallacanestro Varese costretti a nuotare in certe occasioni per raggiungere i botteghini. E sì che il palazzetto, inaugurato nel ’64 e semirifatto a cavallo del Novanta, visto da fuori pare ancora un impianto adeguato ai tempi. Non è, purtroppo, così.
Resta la piscina di via Copelli, dove non sappiamo se piove dentro, ma almeno lì gli utenti non se ne accorgono perché già si trovano a mollo naturalmente. Piscina inadeguata al pari del palaghiaccio, sia per l’attività di base sia per quella agonistica, tanto che il presidentissimo della VON, Fabio Fabiano, ha più volte promesso di progettarne gratis una nuova (è il suo lavoro) se finalmente il Comune deciderà di costruirla.
Una decisione, come noto, che slitta ogni volta, come viene prorogata da tempo quella sullo stadio e sui progetti che lo vorrebbero rilanciare. Tra le scuse che di solito si sente dire in questi casi dalle parti di Palazzo Estense, c’è quella secondo cui il Comune si deve occupare soprattutto di sport di base e non di quello professionistico, di competenza dei singoli club.
Peccato che i luoghi per praticare lo sport di base (leggi palestre comunali) non abbiano più l’agibilità o ce l’abbiano in misura ridotta, come vi avevamo raccontato nel novembre scorso. E il palaghiaccio è quanto di più sia utile per lo sport di base, visto che ospita una serie di società che fanno imparare e gareggiare centinaia di ragazzi, disabili compresi. Anche a loro sarà da oggi il caso di insegnare la nuova segnalazione: il gesto dell’ombrello.
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